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Tornano il pubblico e ’O surdato nnammurato. Il Napoli di Sarri manda la Juventus all’inferno. Insigne grande e sfortunato

Tornano il pubblico e ’O surdato nnammurato. Il Napoli di Sarri manda la Juventus all’inferno. Insigne grande e sfortunato

Finisce col San Paolo (finalmente pieno) che torna a intonare ’O surdato nnammurato. Il Napoli batte la Juventus 2-1 e spedisce la squadra di Allegri all’inferno, dritta in una crisi impensabile quest’estate.

Il Napoli vince con merito una partita che ha giocato con grande attenzione, che ha avuto in pugno dal 26esimo del primo tempo, quando è passato in vantaggio con Insigne e che non ha mai rischiato di perdere, nemmeno quando si è fatta segnare subito dopo il raddoppio di Higuain. 

Una partita in cui ha giganteggiato Insigne, autentico mattatore nel primo tempo prima di essere costretto a lasciare per infortunio. Ma è soprattutto la serata di Maurizio Sarri che alla prima sfida importante lascia il segno. Male la Juventus che non è più la squadra dei cagnacci degli scorsi anni. Evanescente Hernanes, emblema di un imborghesimento bianconero.

Si comincia con Sarri che conferma quella che ad oggi può essere considerata la formazione tipo, con Jorginho per Valdifiori, Insigne e Callejon larghi davanti e Albiol-Koulibaly coppia centrale. Le principali novità arrivano da Allegri che sceglie il 4-3-1-2, tiene fuori Cuadrado e Morata, e fa giocare Zaza in coppia con Dybala. E soprattutto tiene avanzato Pereyra e Hernanes davanti alla difesa. Pogba agisce largo a sinistra. Nelle intenzioni di Allegri il francese deve sfondare dalla parte di Hysaj.

La partenza è veloce. Pogba serve Zaza in profondità e sul break il Napoli riparte con quella che sarà l’azione tipo, in velocità sulla sinistra con al massimo due tocchi. Insigne tira ma viene ribattuto. A centrocampo si fronteggiano Pereyra e Jorginho, Lemina e Hamsik mentre Allan sta su Hernanes.

Le squadre si studiano, nessuna delle due si scopre. Il Napoli attacca da sinistra, sempre. È da quella fascia che si rende pericoloso. Dalla sua mattonella Insigne serve Higuain che, proprio come a Modena col Carpi, si gira e calcia di prima intenzione (stavolta di sinistro): anche stavolta finisce alto.

La Juventus fa più possesso palla e al 14esimo va vicina al gol nell’azione che probabilmente Allegri ha studiato in settimana. Hernanes prende palla a centrocampo, serve per vie centrali Dybala che torna spesso e gioca più arretrato di Pereyra. L’argentino vede Zaza inserirsi e lo lancia nel corridoio. L’attaccante incrocia di destro ma Reina è bravo a opporsi.

Il Napoli torna su quello che sarà il luogo del delitto. Insigne, ancora lui. Padoin fatica a tenerlo, non ha il suo passo. Lorenzo dialoga con Hamsik e tira fuori. Ma il Napoli sa che da lì potrà fare male. L’appuntamento è rimandato di cinque minuti. 

Koulibaly conquista palla a centrocampo e la serve a casa Insigne. Lorenzo stoppa, arretra e chiede un triangolo largo a Higuain. Gli gira attorno Lorenzo, Gonzalo che gliela serve mettendolo in condizione di tirare dal limite dell’area senza bianconeri davanti. Insigne non si fa pregare e batte Buffon con un perfetto rasoterra sul primo palo. Il San Paolo esplode.

La Juventus accusa il colpo. Mentre il Napoli acquista fiducia. E tiene il possesso del centrocampo, dove Allan e Jorginho non perdono mai il controllo né la concentrazione. Ma al 39esimo perde il suo uomo migliore. Higuain lancia Insigne che si accascia. Immediato il cambio: entra Mertens. Lorenzo esce zoppicando ma coi suoi piedi. Ancora un infortunio colpisce questo giocatore nel suo momento migliore, come lo scorso anno a Firenze. Bella la scena di Chiellini che gli va incontro.

Il primo tempo ha un sussulto nel recupero. Il Napoli sfiora il gol due volte: prima su triangolazione Mertens Hamsik Ghoulam, cross al centro, respinge Buffone e Callejon tira fuori di sinistro. Poi è uno svarione difensivo del Napoli a mettere

Zaza solo davanti a Reina ma lo spagnolo è bravissimo a rubargli il pallone. Sul capovolgimento di fronte Mertens (ancora a sinistra) entra in area, potrebbe servire in mezzo per Higuain, sceglie il tiro sul secondo palo ma è troppo largo.

Nel secondo tempo la Juventus prova a pareggiare ma senza mai realmente rendersi pericolosa. È il festival delle ammonizioni: Ghoulam, Bonucci, Lemina, Callejon. Non succede quasi niente. L’unica novità è che Mertens non incide quanto Mertens. Al 60’ Buffon deve mettere i pugni su un destro potente di Higuain da fuori area. Due minuti dopo, il raddoppio. Hernanes perde l’ennesima palla a centrocampo sbagliando un facile appoggio. Higuain ruba palla, siamo a tre quarti campo sulla sinistra, non si fa pregare, punta l’area, entra e di sinistro in diagonale fa secco Buffon. Il San Paolo è una bolgia. Ed è anche l’unico momento di deconcentrazione degli azzurri. Dybala ne approfitta, arpiona una palla in area sulla sinistra e centra: arriva Lemina e supera Reina. In sessanta secondi si passa dal 2-0 al 2-1. Allegri toglie l’evanescente Hernanes e mette Cuadrado.

Di fatto, però, in venti minuti gli uomini di Allegri si rendono pericolosi solo una volta, con un tiro di destro di Morata (entrato al posto di Dybala) da fuori area che sfiora il palo a Reina battuto. La partita non ha più nulla da dire. Il San Paolo esplode e da oggi Sarri entra definitivamente nel cuore dei tifosi.
Massimiliano Gallo

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