ilNapolista

L’importanza del sorriso. Per Sarri, per Higuain e per noi tifosi del Napoli

L’importanza del sorriso. Per Sarri, per Higuain e per noi tifosi del Napoli

Della conferenza stampa di presentazione “coram populo” di Sarri c’è una battuta in particolare che mi ha colpito, e che da un paio di giorni mi suona e mi risuona in testa. “Higuaìn torni a giocare col sorriso”, ha detto il mister. E non ha torto. Anzi, ha talmente ragione che la sua esortazione va estesa: nel Napoli hanno bisogno di ricominciare a divertirsi tutti, dai giocatori che vanno in campo al pubblico che li guarda dagli spalti o dalla tv.

In particolar modo, poi, mi auguro che proprio Sarri sia il primo a viaggiare per tutta la stagione con il sorriso a fior di labbra. La mia è quasi una preghiera laica: Sarri, fa’ che tu non debba mai innervosirti. La tua tensione sarebbe pure la nostra.

Degli ultimi tre anni ne abbiamo affrontati due con l’allenatore in scadenza. È orribile dover convivere con un tecnico con le valige pronte e un presidente risoluto a giocarsi fino all’ultima cartuccia per trattenerlo. De Laurentiis nella sua follia è tutto tranne che un mangia-allenatori alla Zamparini o Moratti prima maniera, quindi non demorde e trasforma le labili trattative sui rinnovi in penosi stillicidi. L’ambiente si fa cupo, claustrofobico, asfissiato da enormi “dico-non dico” sul futuro che tolgono il sonno e la gioia a giocatori e tifosi.

Al suo arrivo Benitez ci restituì innanzitutto una cosa: la leggerezza. Le interviste si fecero più solari, molto più rilassate di quelle dell’ultimo Mazzarri, angustiato dall’intervento al cuore e dalla presunta voglia di un anno sabbatico. Poi pure con lo spagnolo siamo finiti in un clima da cassa di zinco (vista dall’interno).

Il punto è che Sarri, a dirla tutta, è già in scadenza. Il suo contratto è annuale e di conseguenza a novembre dovremmo cominciare a chiederci: “Chi sarà l’allenatore del Napoli per la prossima stagione?”. L’unica possibilità perché il quesito non si ponga, o comunque abbia risposta facile, sta nel fatto che il mister toscano interpreti una stagione ineccepibile. Lo spero. Sia perché, pare, che il presidente sia in predicato con Conte, e non aggiungo altro. Sia perché De Laurentiis, lo accennavamo poc’anzi, è refrattario all’esonero: quindi pure di fronte a una stagione mediocre, con la solita graticola e i soliti sei medi di post partita tristi (“Parlerò del rinnovo a gennaio-marzo-aprile-mai”), non avremmo neanche la via di fuga di un avvicendamento in panchina.

Non mi era mai capitato di essere contento per la conclusione di un campionato: solitamente giugno è un noioso mese senza calcio giocato. Quest’anno invece è stato una liberazione. Altri nove mesi come quelli appena passati, tra rancori e angosce, non li sopporterei. E allora speriamo che una risata ci seppelisca e che a Castelvolturno se la spassino tutti. Ma Sarri per primo.
Roberto Procaccini

ilnapolista © riproduzione riservata