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Berti Vogts li allena ma non gioca. L’Azerbaigian è poca cosa per l’Italia

Berti Vogts li allena ma non gioca. L’Azerbaigian è poca cosa per l’Italia

Nella corsa alla fase finale del Campionato europeo 2016 in Francia (10 giugno-10 luglio) si presenta facile per l’Italia dell’inibito presidente federale Carlo Tavecchio il riscatto dai due Mondiali falliti consecutivamente da Lippi e Prandelli. Corsa facile per Conte, il ct della riscossa, in un girone che più morbido non poteva essere. Nel girone H, Italia e Croazia sono le favorite per il passaggio del turno. Comprimari la Bulgaria, la Norvegia, l’Azerbaigian e Malta.

Anche il calendario è il più favorevole per gli azzurri che hanno cominciato battendo la Norvegia a Oslo (2-0 in gol Zaza e Bonucci). Nel secondo e terzo giro di partite, l’Italia salterà agevolmente l’Azerbaigian (venerdì 10 a Palermo) e Malta in trasferta (lunedì 13) mentre le altre due nazionali che hanno vinto nella prima giornata si scontreranno tra loro (Bulgaria-Croazia venerdì 10 a Sofia). L’Italia potrà già prendere il volo per la Francia.

Rispetto alla vittoria in Norvegia le novità sono Chiellini (che era squalificato a Oslo) per Astori, Pirlo per De Rossi (infortunato), Marchisio per Giaccherini (indisponibile), Pasqual per De Sciglio. La novità assoluta è la convocazione del leccese Graziano Pellè a 29 anni (attaccante, 1,93). Di passaggio nel Parma e nella Sampdoria, il corazziere pugliese è finito all’estero (Feyenoord, Southampton). All’estero resta Balotelli escluso anche questa volta dalla “rosa” di Conte.

Partita che si prevede da goleada contro l’Azerbaigian già strapazzata dall’Italia nelle qualificazioni per Euro 2004 (6-0 a Reggio Calabria, 2-0 a Baku). Conte conferma il 3-5-2. La difesa che, in Norvegia, soffrì qualche distrazione non dovrebbe avere problemi contro gli attaccanti azeri. Sono ragazzotti solidi, ma di tecnica contenuta.

Ritorna il “pentito” Pirlo che, dopo il Brasile, aveva annunciato il ritiro dalla nazionale, ma per Conte ha rimandato il distacco in omaggio agli “amorosi sensi” che esaltavano la nazionale di Vittorio Pozzo. Pirlo è appena rientrato nella Juve e gli fa largo l’indisponibilità di Verratti. Marchisio e Florenzi, interni di centrocampo, assicurano copertura e fase offensiva. Confermati i nuovi bomber Immobile e Zaza, quest’ultimo in calo dopo il debutto a Oslo (non segna da cinque partite).

È inutile far chiacchiere. La partita è quella che è, e l’Azerbaigian (rispettabilissimo ventinovesimo posto nel ranking Uefa su 54 nazionali) è avversario tale da non proporre neanche il solito ritornello di non ci sono partite facili. L’altro giovedì, in Europa League, l’Inter di questi tempi dissestati ha battuto 2-0 il Qarabag secondo nel campionato di dieci squadre dell’Azerbaigian con quattro nazionali a San Siro. Agli azeri mancheranno tre giocatori di miglior talento, il difensore Sukurov, il centrocampista Abidov e l’attaccante Javadov.

È il famoso difensore tedesco Berti Vogts a guidare la nazionale di un paese di appena 19mila tesserati nel calcio e 9 milioni di abitanti con un solo vero stadio agibile, a Baku. Solido schema (4-4-2), ma non è pensabile che l’Italia ci si impantani. Quest’anno l’Azerbaigian ha giocato cinque partite. Prima della sconfitta “europea” con la Bulgaria in casa, gli azeri sono stati battuti in trasferta dalla Russia (4-0) e dagli Stati Uniti (2-0). Sul loro campo hanno pareggiato con l’Uzbekistan (0-0) e vinto con le Filippine 1-0 (5 marzo).

L’Italia torna a giocare a Palermo un anno dopo il match con la Bulgaria (1-0) che fu valido per la qualificazione all’ultimo Mondiale in Brasile. È la dodicesima partita degli azzurri nella città siciliana (9 vittorie, un pareggio, una sconfitta sinora). Si è giocato a Bari l’amichevole contro l’Olanda (debutto di Conte), ora si gioca a Palermo. Napoli resta sempre tagliata fuori. D’altra parte, il San Paolo è pieno di “buchi” ed è stata appena chiusa una parte della curva A per una infiltrazione d’acqua.

Mimmo Carratelli

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