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La Roma non ci ha fatto a pezzi. Ora, però, vinciamo

Concordo poco con quanto affermato da Maurizio De Giovanni sul Mattino di oggi. È vero che il tifoso è contento se la squadra mostra spirito di corpo e voglia di battersi, come è stato ieri, ma non basta. A parte il fatto che – dando per scontato che il pessimismo della ragione (del competente) si scontra sempre con l’ottimismo della fede (del tifoso) – il vero tifoso non ha mai alcun dubbio fra il vedere la partita degli azzurri e l’andare al cinema o portare la famiglia a cena fuori, De Giovanni dimentica, o finge di non sapere, che il vero tifoso è contento solo se il Napoli vince, o al peggio pareggia, mai se perde (tutt’al più, quando la sconfitta è ininfluente, si consola con l’indifferenza, sovente apparente e malcelata)! Se così non è, vuol dire che non è un vero tifoso.
Trovo insopportabile la retorica del bel gioco o della bella partita solo perché ci sono stati 5 gol, esibita dai commentatori nel dopo-partita alla RAI: saranno belli per il romanista che ha vinto, non per il napoletano che ha perso. Senza contare che comunque, fra gli amanti del calcio, almeno la metà (quella in cui mi colloco io) anche esteticamente preferisce il gioco alla ‘italiana’ piuttosto che quell’affannoso, disordinato e confuso menarsi all’attacco del gioco anglosassone!
Come avevo previsto, ieri sera ho molto sofferto davanti alla TV, anche se il mister ha mostrato qualche (timido) segno di ravvedimento. Ha giocato con tre centrocampisti, e tuttavia, purtroppo, l’ha fatto continuando a tenere Hamsik troppo avanti. Si vede che Marekiaro ancora non ha ripreso la forma piena, e proprio per questo gli si deve dare il ruolo che predilige: ieri le poche cose buone che ha fatto le ha fatte quando, per ventura, è partito da dietro (fra l’altro, stando più dietro offre a Inler e Jorginho – o Dzemaili, o Behrami – una linea di passaggio in più in fase di impostazione, oltre che aiutarli in quella di interdizione).
Del resto, anche Mertens ha segnato quel gran gol partendo da dietro, chiedendo ed ottenendo la sponda centrale di Higuain (come quasi sempre ha fatto).
Ghoulam è stato una nota positiva (non si capisce perché non farlo partire dall’inizio). La responsabilità del terzo gol della Roma non è sua (così come quella del primo, in netto ed indiscutibile fuorigioco, non è di Reveillere), ma, ancora una volta, soprattutto di Albiol, il quale – lo ripeto – è forte, ma continua a commettere evidenti errori di chiusura (che non si capisce perché non vengano adeguatamente sottolineati). Errori che – ripeto anche questo – sono dovuti principalmente al modulo della difesa a 4, che lo chiama a sostenere una fatica enorme e costantemente lo sovraespone, perché gli viene richiesto il dono della infallibilità.
E non si venga a dire che con l’entrata di Berhami si sia cambiato modulo: perché purtroppo, una volta che è entrato, Jorginho, anziché tenerlo accanto a lui ed Inler, è stato messo davanti al posto di Iguain, insieme a Mertens e Callejon, rinunciando a fare la densità a centrocampo indispensabile per evitare spiacevoli sorprese…
La Roma comunque non ci ha fatto a pezzi! Tutt’altro! E questo è confortante per il ritorno. Ora ci toccano due serate intense, sabato e mercoledì prossimi, nel corso delle quali chi vuole fischiare farà bene a stare a casa: il Napoli non si discute, si ama! E se lo amiamo dobbiamo soffiare tutti insieme sul pallone per aiutare i nostri a mandarlo in fondo alle reti di Milan e Roma.
Perciò Rafone vedi di farci vincere. E per farlo – soprattutto con la Roma – ti suggerirei questo: in difesa lascia Ghoulam a sinistra; a centrocampo comincia con Behrami, Inler e Jorginho; e in attacco con Mertens ed Insigne a sostegno di Iguain. Poi, a seconda di come si mette, ti giochi le carte di Callejon e Hamsik!
Tanto lo so che non mi starai a sentire. Pazienza. Basta che vinciamo!

Guido Clemente di San Luca

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