La peggiore partita del Napoli di Benitez è destinata ad amplificare il pestaggio mediatico che da mesi è in corso sull’allenatore azzurro e sul club di Aurelio De Laurentiis. Attorno alla squadra si respira un clima assurdo che ora, dopo una brutta e meritata sconfitta, rischia di giustificare i toni a volte grotteschi che stanno accompagnando i commenti alla stagione del Napoli. I soloni dei salotti televisivi locali e nazionali hanno fatto aleggiare molto presto la parolina “fallimento” intorno al lavoro di Benitez. Se non vado errato, hanno iniziato più o meno quando l’allenatore della Juventus, Antonio Conte, ha detto che Rafa avrebbe fallito se non avesse vinto nulla. Gli stessi soloni che, soprattutto da Roma in su, si guardano bene dal ricordare l’imbarazzante eliminazione della Juve in Champions e le spintarelle che ne accompagnano il cammino in campionato. Dispiace ascoltare giudizi a mio avviso spesso eccessivi da parte di ex azzurri che comunque amiamo, come il grande Salvatore Bagni, anima del primo scudetto e poi dirigente che portò a Napoli il centravanti Stojak, o come Vincenzo Montefusco, che da estroso calciatore fulminò la Juve con una doppietta e dalla panchina guidò il Napoli nella finale di Coppa Italia persa contro il Vicenza. Per non parlare del procuratore di Cannavaro, che da dirigente vinse tanto con il Parma di Calisto Tanzi e oggi imperversa su radio e televisioni, al quale forse nessuno chiederà perché il nostro ex capitano, al quale va il nostro ringraziamento senza se e senza ma, non ha avuto poi il mercato che forse meritava.
Colpisce sentire dagli stessi giornalisti che tacciavano Mazzarri di integralismo perché insisteva con la difesa a tre, rimproverare a Benitez di utilizzare il centrocampo a due. Nessuno di questi (tranne qualche eccezione) ha speso una parola sul vero caso di questa stagione, l’operazione al ginocchio decisa da Zuniga il giorno dopo il rinnovo del contratto e al culmine di una martellante campagna di stampa che aveva dipinto il colombiano come il sogno di mercato di mezza Europa. Nello stesso solco si inseriscono gli incomprensibili fischi a Lorenzo Insigne, un giovane che dopo essere stato osannato come un fuoriclasse non può permettersi il lusso di sbagliare una partita, e gli striscioni contro una dirigenza che avrà sbagliato qualche acquisto, ma ha pur sempre reagito alla cessione di Cavani prelevando tre campioni dal Real Madrid, un talento dal Psv e comprato gennaio due giovani che faranno certamente parlare di sé. Certo, il risultato di Bergamo fa male. Ma anche se avessimo vinto, magari faticando, sono sicuro che i commenti non sarebbero stati molto diversi. È questo che fa male a noi napolisti di rito rafaelista. Il clima da scontro fisico che accompagna una squadra certamente incompleta e forse imperfetta, che però è la nostra squadra e andrebbe difesa. Al di là del risultato.
il napolista rionale