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Il Napolista un po’ si vergogna a dirlo ma è soddisfatto di aver battuto 4-2 la Lazio all’Olimpico

Ci siamo presi un giorno in più per commentare Lazio-Napoli. Un po’ perché ieri avevamo tanti articoli piacevoli da leggere; un po’ perché abbiamo voluto evitare commenti a caldo dopo una vittoria esterna con quattro gol salutata in maniera sicuramente meno enfatica rispetto al risultato.

Il Napoli è tornato a vincere dopo tre sconfitte consecutive. E dopo tre partite in cui era riuscito a segnare un solo gol. Ne ha fatti quattro a una Lazio che all’Olimpico di gol ne aveva incassati quattro in tutte le partite fin qui disputate. È tornato al gol Higuain. Abbiamo subito due reti: una su autorete e l’altra ad opera di un giovane davvero molto forte, Keita. Che è forte veramente.

Potremmo proseguire coi paragoni. Rispetto al campionato di due anni fa – quello con la Champions – è meglio non farne: sarebbe scorretto nei confronti di un allenatore che tanto ha dato a questa squadra, e non siamo ironici. Al momento abbiamo persino più punti dello scorso anno (31 contro 30 e non avevamo la Champions) e abbiamo realizzato cinque gol in più per senza Cavani (ne abbiamo subiti tre in più, va detto).

Eppure storciamo il naso. Nulla di male, per carità. I gusti sono gusti e la tensione al miglioramento non può che produrre conseguenze positive. Del resto, accontentarsi non deve far parte più del nostro bagaglio anche se magari una certa tradizione ci dipinge in tutt’altra maniera. Ma, vivaddio, il napoletano non si accontenta più. Il napoletano non torna a casa contento per aver vinto a Roma contro la Lazio 4-2. No, il napoletano cambia pelle. Ed è preoccupato. Perché sì, a referto è scritto così, avremmo anche vinto 4-2, ma abbiamo sofferto nei minuti finali, non abbiamo mai addormentato la partita, in fondo abbiamo tirato quattro volte in porta, tre gol ce li hanno regalati loro e Armero andava a vento. Tutto quel che ieri Nando Deguti ha mirabilmente assorbito e riportato dai salotti televisivi della città. Ripetiamo, massimo rispetto.

Nel nostro piccolo, però, noi, napolisti e rafaeliti, siamo soddisfatti della vittoria all’Olimpico. Molto soddisfatti. Un po’ di sport lo abbiamo praticato e sappiamo quanto sia difficile invertire una serie negativa di risultati. Quanto sia liberatorio portare a casa il successo, con ogni mezzo. Senza fare alcuna concessione alla platea e al gesto. “Devi vincere”, gridano gli ultras. E abbiamo vinto.

Noi napolisti siamo un po’ old style. Ci accontentiamo di poco. Sulla vittoria non sputiamo mai. E poi ci sorge anche qualche dubbio: ma non si era detto che a Dortmund avevamo sbagliato a giocare a viso aperto? Non si era detto che avremmo dovuto essere brutti e scorbutici pur di portare la pellaccia a casa? E mo che la portiamo non va bene? Ora ci vuole il tiki taka? Ma il pubblico è sovrano e ci inchiniamo. Ne approfittiamo, però, per informarvi che, sempre a causa del nostro essere old style, non ci farebbe schifo nemmeno battere l’Udinese all’ultimo minuto con un tiraccio sbagliato di Maggio che finisce in testa a Zapata. Noi la vittoria ce la prenderemmo con grande soddisfazione. Noi napolisti siamo un po’ così. Non andiamo tanto per il sottile.

Infine una cosa. Sul tanto vituperato Armero e su quell’allenatore che lo ha messo in campo. All’inizio del campionato avevamo quattro esterni. Ora ne abbiamo due. Anzi, tre. Ma il terzo, Reveillere, voluto da Benitez, non può giocare la Champions. Contro l’Arsenal, quindi, dovrà giocare Armero. Può mai il signor Benitez (che a inizio anno, tra i mugugni generali preferiva Mesto al colombiano) far accomodare in panca l’ex udinese, di fatto bocciandolo, per poi “riesumarlo” in occasione della sfida con l’Arsenal? Il compendio di gestione del gruppo lo sconsiglia.
Massimiliano Gallo

p.s. per chi non lo sapesse, il Barcellona ha subito la seconda sconfitta consecutiva. Secondo noi, Martino non li fa allenare.

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