La lavagna del Catania / Tackle e palloni intercettati. Ma con Maxi Lopez titolare cambia tutto

Il primo punto è stabilire quanti Catania esistono. C’era quello di un anno fa, brillante, sorprendente, a lungo in corsa perfino per un posto in Europa. Il Catania di Maran, allenatore arrivato in A dopo una lunga gavetta nelle serie inferiori, dove lo descrivevano come un offensivista scriteriato, una specie di Zeman, solo un po’ […]

Il primo punto è stabilire quanti Catania esistono. C’era quello di un anno fa, brillante, sorprendente, a lungo in corsa perfino per un posto in Europa. Il Catania di Maran, allenatore arrivato in A dopo una lunga gavetta nelle serie inferiori, dove lo descrivevano come un offensivista scriteriato, una specie di Zeman, solo un po’ meno attento alla difesa. Maran arriva a Catania, eredita il giocattolino curato con delicatezza da Montella e ne fa una discreta macchina da calcio. Quella che, per intenderci, in 10 contro 11 blocca il Napoli per 89 minuti sullo 0-0.
Poi quel Catania svanisce. Non c’è più. Certo, gli hanno venduto Gomez e Lodi. Adesso non c’è più neppure Maran. In panchina siede De Canio, ed è tutto da verificare che la sua squadra sia simile a quella che ha cominciato il campionato. Gli mancano un bel po’ di giocatori: sette per infortunio (Spolli, Monzon, Barrientos, Bergessio, Plasil, Bellusci, Kingsley Boateng) e uno per squalifica (Guarente). Proviamo comunque a fare l’esame del dna alla squadra. Il Catania è formazione da 11-12 tiri in porta a partita, pochini rispetto alla media del campionato. Fin qui si è quasi sempre lasciata dominare, solo Sampdoria e Chievo hanno una percentuale di possesso palla inferiore, e solo Chievo e Atalanta sono più imprecise nella fase di palleggio a centrocampo: il Catania sbaglia molti appoggi, circa 20 su 100.
Ma è una squadra che punta molto sull’intensità difensiva. E’ fra le prime tre della serie A sia nei tackle (un’eccellenza di Izco e Alvarez) sia nei palloni intercettati (ma Spolli e Bellusci, i migliori in questa fase di gioco, non ci sono); inoltre è la squadra più fallosa dopo il solo Parma. In sostanza: recupera spesso palla, ma senza un Lodi non sa tradurre la mole di fatica in qualità di gioco. Stasera non avendo neppure Plasil, nuovo punto di riferimento nella costruzione, passeranno più palloni tra i piedi di Almiron, mentre Biraghi e Castro sulla sinistra spingeranno per tenere Callejon lontano dalla zona rossa e per mettere in inferiorità Behrami e Dzemaili in mezzo al campo. Il Catania peraltro è squadra con un’ottima propensione a saltare l’uomo e a creare superiorità numerica. Senza Barrientos, il più bravo di tutti ad andarsene, con questa stessa propensione ci sono Leto e Petkovic (inizialmente in panchina) e ancora Castro e Keko, ma lo spagnolo fa un po’ troppa confusione negli appoggi.
Proprio come il Napoli (e come la Juventus), il Catania attacca poco sulla destra (tre volte su dieci). La grande novità di stasera si chiama Maxi Lopez. Sarà per la prima volta titolare in questo campionato dopo essere subentrato per sette volte. Con lui in campo, De Canio punterà ulteriormente sul gioco aereo, sul rinvio lungo di Andujar e sui lanci di Alvarez e Legrottaglie. Ma se tutto questo lo sa un povero Ciuccio, figuratevi se non lo sa Benitez.
Il Ciuccio

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