La Juve giocherà su Llorente, noi dobbiamo sfondare a sinistra

Due scudetti consecutivi conquistati con il 3-5-2, poi la consapevolezza che con quel metodo di gioco la squadra era diventata prevedibile, la trama di passaggi della Juve potevi immaginarla in anticipo. Conte allora ha provato a cambiare qualcosa. Solo un tentativo, perché – dice lui – non ha gli uomini per passare al 4-3-3 come […]

Due scudetti consecutivi conquistati con il 3-5-2, poi la consapevolezza che con quel metodo di gioco la squadra era diventata prevedibile, la trama di passaggi della Juve potevi immaginarla in anticipo. Conte allora ha provato a cambiare qualcosa. Solo un tentativo, perché – dice lui – non ha gli uomini per passare al 4-3-3 come pure vorrebbe. Gli manca, sostiene, un’ala. Aspetta Pepe. Adatta Marchisio. E un giorno, per dimostrare una volta di più alla sua società quanto sia insoddisfatto, fa persino entrare Motta al posto di Padoin. Un paio di uscite con il 4-3-3, fino al ritorno al passato. Almeno stasera, la Juve è annunciata di nuovo in campo con il 3-5-2. Un po’ per le assenze che deve scontare (Lichtsteiner, Chiellini Vucinic), un po’ perché Conte non vuole giocarsi scommesse in una serata così.

Quale sia la partita che vuole giocare Conte è facile da intuire. La sua Juve ha un’impronta di gioco definitiva e il Napoli di Benitez ne ha una chiara. Sono le due squadre che in serie A tirano più spesso in porta (18 volte in media a partita la Juve, 16 il Napoli) e tra quelle che fanno più possesso palla (58 a 56 per la Juve). Hanno la stessa percentuale di passaggi esatti (86%), ma le analogie finiscono qui. Conoscendo la propensione del Napoli nel tenere la palla a terra, Conte chiederà ai suoi di accentuare le incursioni dall’alto, contro le quali ancora facciamo fatica. Pirlo, Bonucci e Barzagli sono tutti fra i 10 calciatori di A che effettuano più passaggi in una partita e sono tutti e tre fra i 10 che maggiormente lanciano lungo. Ecco la partita che proverà a fare Conte, una partita costruita in attacco sul peso di Llorente. Sulle sue sponde aeree, sugli spazi che dovrà aprire per gli inserimenti di Tevez, Pogba, Vidal. La Juve lascia perdere il 4-3-3 e torna al 3-5-2 perché è a cinque che vuole difendere. Una linea a cinque sia in mezzo sia in ripiegamento difensivo, una difesa che sia abile a scalare in fretta le marcature e un centrocampo schiacciato sulla tre quarti per provare a sporcare le linee di passaggio del Napoli.

Come si esce da questa gabbia che Conte prepara? Con un assetto più offensivo. Con un Hamsik lucido, con un maggiore appoggio a Higuain per non lasciarlo galleggiare fra i tre centrali della Juve e con degli esterni che facciano male, che allarghino la difesa, che vadano nell’uno contro uno obbligando al raddoppio il loro centrocampista esterno, così da liberare spazi per inserimenti centrali. Forse anche per questo motivo, non solo per questioni di minuti e di turnover, Benitez sta pensando a Mertens a destra al posto di Callejon. Ma attenti a quello che succederà sull’altro lato, con Armero e Insigne (o Mertens), sul nostro lato sinistro: dove la Juve è fra le squadre italiane ad attaccare di meno e dove subisce più attacchi di ogni altra squadra in serie A. Ma se questo lo sa un povero ciuccio, lo sa sicuramente pure Benitez.

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