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Siamo certi che il problema di Hamsik sia il modulo?

Hamsik, essere o non essere. Ancora oggi i suoi disagi sono sui giornali, la sosta è così, amplifica per giorni gli argomenti. La Gazzetta torna sulla questione tattica. Se Hamsik fatica, questa è la tesi, la colpa è del suo nuovo ruolo. Nel 4-2-3-1 non troverebbe gli spazi adatti al suo gioco, agli inserimenti, eccetera eccetera. Lo dico subito: dissento. Intanto perché il cosiddetto nuovo ruolo tanto nuovo per lui non è. Chiediamoci cos’era Hamsik fino a un anno fa. Uno dei due trequartisti nel 3-4-2-1 alle spalle della punta Cavani. La profonda mutazione tattica di Benitez riguarda la difesa (passata da 3 a 4) e gli esterni (Callejon e Insigne/Mertens fanno diventare il 4-2-3-1 un 4-4-2 quando ripiegano fin quasi sulla linea dei terzini), ma Hamsik è rimasto in sostanza quello che era. Trequartista dietro la punta. Gioca meno palloni rispetto a un anno fa, quando potevano capitargliene anche ottanta a partita, ma questo accade perché il possesso palla del Napoli è spesso molto basso e comincia dai centrali della difesa. Gli spazi per gli inserimenti di Hamsik sono rimasti più o meno gli stessi. E’ vero che in qualche occasione gli è capitato di fare quasi la seconda punta e di stare spalle alla porta, ma sono stati dei frangenti. Non c’è un’enorme distanza fra la posizione dell’Hamsik attuale e quella dell’Hamsik di Mazzarri.

Sarebbe difficile, altrimenti, dover spiegare per quale motivo l’Hamsik migliore è stato quello delle prime giornate, quando in teoria avrebbe dovuto avere maggiori difficoltà nel presunto nuovo ruolo. Invece, nel 4-2-3-1, Hamsik si cala con 4 gol e un assist nelle prime due giornate e tutti a gridare al miracolo, al nuovo Gerrard. Non solo. Alla terza, quando Benitez lo tiene inizialmente in panchina contro l’Atalanta per turn-over, il Napoli non si sblocca finché lui non entra. Le cose vanno ricordate tutte. Cosa gli è successo, allora. Cosa è successo al giocatore che non ha mai perso palla per due anni e che saltava l’uomo con una finta di corpo e di gambe? Ho una tesi. Ci sono arrivato guardando le date. Dopo le prime due giornate, Hamsik lascia il Napoli e va in nazionale, dove gioca due partite chiave per la qualificazione ai Mondiali contro la Bosnia. Le gioca il 6 settembre e il 10 settembre. Segna pure un gol. Torna e non è più lo stesso. Inciampa, perde la palla, non trova gli spazi per gli inserimenti. Intorno a lui le discussioni cominciano su temi altissimi: nelle grandi partite non ha mai lasciato il segno. Sciocchezza. Alla Juve ha fatto 6 gol in carriera (solo al Palermo ne ha segnati di più: sette) e alla Roma 5. Il punto secondo me sta nella preparazione. Hamsik è tra quei giocatori molto tecnici che nella preparazione atletica di Benitez vanno tenuti costantemente sotto osservazione.

Qualcosa, secondo me, si inceppa a inizio settembre nel momento in cui Hamsik esce dal controllo dello staff di Benitez e va in nazionale. Una differenza di filosofia nella preparazione atletica gli manda il motore in tilt. Lo ingrippa. Gli ingolfa i muscoli. Questa è la mia ricostruzione. All’inizio è smarrimento. Test, analisi, check-up. Poi Hamsik e Benitez arrivano alla soluzione. Nelle due successive soste per partite della nazionale prendono delle precauzioni: a ottobre Marek diserta la nazionale, questa settimana Benitez si accorda con il suo ct per fargli saltare la seconda delle due partite, in modo da averlo a Castel Volturno a inizio settimana per preparare l’accoppiata Parma-Dortmund. Sufficientemente lontano dalle due partite, Hamsik potrà dunque svolgere il lavoro atletico a secco per ritrovare la condizione e presentarsi lucido e brillante alle prossime due partite. Non so se segnerà, so che sarà il vecchio Hamsik. Scommettiamo?
Il Ciuccio

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