Ummaronna, Zapata. Promemoria per un pubblico che fischiò Maradona

E mentre Zapata o Duvan o come cavolo volete chiamarlo si alzava dalla panchina a Marsiglia, e mentre noi nel guardarlo ci dicevamo: ummaronna, Zapataaa – ecco, mentre tutto questo accadeva, il Porto perdeva. Perdeva in casa con lo Zenit complicandosi la qualificazione per gli ottavi. Perdeva pur avendo in attacco Jackson Martinez. Oh, dico […]

E mentre Zapata o Duvan o come cavolo volete chiamarlo si alzava dalla panchina a Marsiglia, e mentre noi nel guardarlo ci dicevamo: ummaronna, Zapataaa – ecco, mentre tutto questo accadeva, il Porto perdeva. Perdeva in casa con lo Zenit complicandosi la qualificazione per gli ottavi. Perdeva pur avendo in attacco Jackson Martinez. Oh, dico Jackson. Mica Zapata. Quel Martinez là. Quello che pensate voi. Quello che mannaggia la morte lo potevamo comprare noi, ma il presidente non caccia ‘e sorde. Jackson, tre tiri in porta, nessuno nello specchio, ammonito, 44 tocchi di pallone in tutta la partita. Significa un tocco ogni 2 minuti. Sinonimi? Un fantasma. Se l’avessimo preso e quella partita l’avesse fatta a Napoli, ora lo staremmo chiamando un mistero da 30 milioni. Su twitter ci sarebbe l’hashtag #paccomartinez. Staremmo dicendo che forse era meglio puntare su un giovane di prospettiva, da far maturare lentamente, ce ne sono tanti in giro, in Argentina c’è quel colombiano lì, come si chiama, Zapata.
E mentre Zapata o Duvan eccetera eccetera eccetera, succedeva che Alessandro Matri – altro giocatore che accende i rimpianti dei social addicted quando le cose vanno male in casa nostra – Alessandro Matri se ne stava seduto in panchina in tutta la sua mestizia per 90 minuti contro il Barcellona. Seduto a guardare Birsa che invece giocava titolare. Birsa, non Johnny Rep. Birsa accanto a Robinho e Kakà, e su Robinho e Kakà ve lo ricordate cosa si dice, no? Che sono bolliti, che sono rotti, che sono improponibili. Matri in Champions faceva la loro riserva, dopo zero gol con il Milan finora. Zero. In 9 partite, di cui 6 da titolare.
E mentre Zapata o Duvan eccetera eccetera eccetera, succedeva che Mascherano aveva già regalato un gol al Milan, con una amnesia difensiva che se l’avesse fatta Fernandez l’avremmo già portato a piazza Mercato per regalargli il privilegio di finire come Masaniello. Cosa diremmo oggi di un Mascherano che manda dritto verso la porta di Reina l’attaccante del Marsiglia? Peste e corna. D’altra parte pure di Higuain abbiamo dubitato, ma sia chiaro: dopo aver detto di lui che era meglio di Cavani (quello dei cento e passa gol). Pure di Hamsik ora diciamo: nelle partite importanti non incide. Anche se ricordo che fino a poco fa si teneva il conto di quante partite (poche) il Napoli fosse riuscito a vincere senza di lui in campo. Di tutti parliamo male, appena si può, al primo calcio d’angolo regalato. Siamo riusciti a fischiare Maradona, non fate finta di non ricordarvelo, Napoli-Pisa, Diego che esce dal campo con le scarpette in mano e la testa bassa. Però oggi Duvan è grande, che grande che è Zapata.
Il Ciuccio

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