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La tragedia di una domenica senza calcio

Domenica senza calcio. Una tragedia. Cosa sarà passato stamattina nella testa degli altri della banda? per me si tratta del solito, autentico e lento stillicidio.
Tralascio le sensazioni dei giorni scorsi e il sabato moscio e senza stimoli che è appena trascorso. E non voglio mettere il dito nella piaga riproponendo le originali bestemmie contro la scialba Nazionale di Prandelli, motivo unico di questa domenica inutile.
Mi sono alzato chiedendomi che giorno fosse sentendomi quasi anestetizzato nonostante la notte precedente non avessi abusato di alcool e non avessi fatto le ore piccole. Parlo di uno stato diverso, dall’inconscio non è partito alcun input o motivazione che desse un senso per alzarmi. E sì, la domenica senza impegni o appuntamenti logoranti agevola la spremitura in mezzo alle lenzuola e i famosi “5 minuti” si trasforamano finalmente in ore. Ma non è il caso di stamattina. Il mio è stato uno stare a letto come di chi non vuole affrontare la giornata, come se si volesse far passare il tempo non vivendolo, dormendo come un malato d’amore. “Passerà, passerà”.
Ho pranzato a casa di mia madre come non capitava dall’ultima partita della nazionale. Non sarebbe così terribile se non si dovesse rispondere alla lista infinita di domande poste dallo zio curioso. L’unico desiderio è il momento del dolce, segnale che il superquizzone sta per finire e che il prossimo sarà tra più di un mese. “Passerà, passerà”. Anche se devo dire che questa volta è stata peggio. Il bel Napoli di questo inizio campionato rende davvero indigeribile il turno di sosta, l’aria ironica dello zio e i fegatini di mammà.
Mi sono distratto per poco tempo col solito giro su skysport24: il ritorno in campo riproposto all’infinito del figliuol prodigo Kakà; l’Inter che da 0-2, rimonta 2-2 con epinici straordinari dei commentatori. Avversari? Il Real? no, il Lugano; la rimonta di Djokovic agli U.S. open e gli europei di basket. Ma è durato davvero troppo poco. Poi, è subentrata una fase depressiva. Lo zapping mi ha fatto ripiombare inesorabilmente nella realtà. La serie B. “Ummarò, cos’è la serie B? A cosa serve?”. Talmente sono distante da questo gioco che ho anche negato il tempo in cui ne abbiamo fatto parte, come se non fosse mai esistito. Ad aggravare la situazione, la Formula 1. Si colloca perfettamente in questa soporifera domenica. La F1: sport che ormai non seguo più in maniera seria ed attenta dall’incidente, dopo 20 metri dalla partenza, tra Senna e Prost a Suzuka. Uno sport che non riesce più ad appassionarmi, specie se il caffè è finito. Non mi sono addormentato subito solo perchè Licia Colò su un canale alternativo mi ha fatto assistere al video di un’aggressione a un domatore preso di mira da leoni inferociti in un circo. E’durato poco. Ingoiato dalla poltrona, inevitabilmente, ho preso sonno, borbottando “passerà, passerà”.

Ora sono a casa del Minao. Nella famosa stanza in cui il caldo trasforma le lucertole in iguane e le margherite in girasoli. Su sky c’è la schermata con i risultati della giornata della B. Tra poco passano i gol. Io scrivo e non mi volto nemmeno. E’come se stesse andando in onda una televendita di Mastrota o un documentario sui coleotteri. Il Giuffrè è affacciato alla finestra con lo sguardo nel vuoto. Tra di noi c’è silenzio. Si sentono le campane della chiesa e il vapore del ferro da stiro di Ada. Il Minao è seduto per terra su un cuscino e ascolta musica d’amore. The Ass e Fra sono accomodati sul divano. Cercano un film che possa smuovere questo stato di totale inettitudine e mutismo. Sembra la stanza dei fantasmi. Sudano anche loro. Annarella dorme già da un paio d’ore (voleva andare a Ikea?!) e solo Mimì (il piccolo terrier del Minao) sembra non subire la maledizione della sosta e della canicola. Urla, sbraita, litiga con le ombre, litiga con le foglie, litiga con le luci, litiga coi colombi sul terrazzo, praticamente rompe gli equilibri (chiamiamoli così) come sempre, come un qualsiasi giorno della settimana. Lo invidio. Beati loro che non sanno. “Passerà, passerà”.
Sta per calare il sole, inizia a fare leggermente fresco e le zanze iniziano presenziare con il loro soave ronzio famelico. Giuffrè ha smesso di guardare fisso il tetto della casa di fronte, il Minao ha dato un senso alle sue canzoni, the Ass e Fra hanno appena finito di vedere “una pallottola spuntata”, Ada ha smesso di stirare, Annarella si è svegliata con il desiderio dei famosi biscotti al cioccolato svedesi, Fabri è rientrata dal giro in piazza e io finisco di riempire questo foglio, pensando che c’è da affrontare ancora l’insostenibile serata (non ho dimenticato Mimì, ma è prevedibile cosa stia facendo).
Mesti, ci alziamo, ci guardiamo e mentre ci sparpagliamo fuori dalla porta senza meta, ci sussurriamo con un filo di voce “Buona domenica”…mentre io penso a Gonzalone e mi dico “passerà passerà”.
Ma perché poi non siamo andati al mare?
La noiosa domenica del villaggio senza Napoli è anche questo.
Gianluigi Trapani

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