Napoli spietato, ma anche preoccupante (mai visto all’esordio un San Paolo così vuoto)
Sono tanti, troppi, i titoli che possono sintetizzare l’attuale situazione del Napoli. Uno su tutti, a mio avviso, questo è un Napoli per cuori forti. Sono tanti i temi di cui discutere dopo la seconda vittoria consecutiva in campionato e quindi il conseguente (effimero?) primato in campionato. Il Napoli ha battuto Palermo e Fiorentina, due […]
Sono tanti, troppi, i titoli che possono sintetizzare l’attuale situazione del Napoli. Uno su tutti, a mio avviso, questo è un Napoli per cuori forti. Sono tanti i temi di cui discutere dopo la seconda vittoria consecutiva in campionato e quindi il conseguente (effimero?) primato in campionato. Il Napoli ha battuto Palermo e Fiorentina, due squadre rognose, soprattutto la seconda: Montella ha allestito una formazione molto interessante e ben equilibrata, intelligente a centrocampo (ah quel Borja Valero), attenta in difesa (il numero 4 mi è piaciuto molto), evanescente in attacco anche se ha uno Jovetic straordinario.
Ma veniamo al Napoli. E procediamo per punti.
Ieri sera al San Paolo non c’era nessuno. Spero che mi venga in soccorso l’amico Agata, ma all’esordio un San Paolo così spoglio non me lo ricordavo da un po’. Il pubblico non ha gradito la (non) campagna acquisti; stavolta il gioco del presidente è più difficile da mascherare perché quei 31 o 28 milioni incassati per Lavezzi hanno fatto troppo clamore. Il tesoretto Pocho assieme al gruzzolo Champions ricorda un po’ quello del Belice contro la cui scomparsa si scagliò il presidente Pertini in un memorabile messaggio agli italiani. Troppo evidente e sfacciata è parsa la politica aziendale di De Laurentiis. Che appare sempre troppo sensibile alle proprie tasche e poco agli interessi del pubblico. E qui mi riferisco soprattutto alle condizioni del campo. A memoria non ricordo una partita in serie A giocata su un terreno così indecente, ai limiti della praticabilità. Per non parlare delle condizioni del San Paolo. Capisco che la querelle stadio non sia stata ancora risolta, ma quanto costa approntare servizi igienici appena appena decenti? Non ha comprato Jovetic, il presidente, ma almeno dei cessi (sì cessi) da paese civile avrebbe potuto installarli.
Veniamo al campo. Sei punti in due partite, ok. Ma non vedevo un Napoli così brutto da tempo. Mi consola che non sia piaciuto nemmeno a Mazzarri. Il primo tempo è stato interminabile. Abbiamo sofferto. Non abbiamo mai avuto il pallino del gioco e persino Cavani mi è parso sfiduciato. Un tempo sbagliato può capitare a chiunque, certo, e poi di fronte avevamo una squadra che quest’anno darà fastidio a un bel po’ di squadre. Nei primi 45 minuti, mi duole dirlo, tale è stata la disperazione che in alcuni casi si è sentita persino l’assenza di Lavezzi. Il Pocho è sicuramente più potente di Insigne, aveva accelerazioni di cui il giovane Lorenzo non può disporre. Ovviamente nessuna critica all’esordiente in Nazionale: ha giocato un’ottima partita, straordinaria soprattutto per la saggezza tattica. Ed è questo il punto: è un ragazzo che non butta quasi mai via un pallone, disciplinato tatticamente e riesce a valorizzare al meglio le occasioni che gli capitano. E poi, come detto anche l’altra volta, sa battere i calci da fermo come non accadeva da tanto, tanto tempo. Insomma, Insigne è bravo solo che è ancora giovane.
Il secondo tempo è andato meglio. Contrariamente alle sue abitudini, Mazzarri ha nettamente anticipato il primo cambio e stavolta l’ingresso di Inler al posto di Behrami ha prodotto l’effetto sperato. In quel campo di patate, il centrocampo viola ha cominciato ad avvertire la stanchezza e il Napoli ha colpito due volte, come si conviene alla grandi. Due volte e due volte su azione da calcio da fermo. Come non ci accadeva da quel dì. Prima un cross perfetto di Insigne (contiamoli alla fine dell’anno quanti gol farà fare questo ragazzo con i suoi cross da scuola calcio) toccato da Hamsik e sporcato da Borja Valero; poi un calcio angolo (indovinate di chi?) e un bel gol dal limite dell’area di Dzemaili.
Come accaduto già a Palermo, il Napoli è parso un scorpione: colpisce all’improvviso e fa male. Molto male. Dopodiché ci siamo richiusi, soffrendo il giusto. Al gol di Jovetic – molto bello ma a mio avviso ancora una volta De Sanctis non è esente da colpe – sono riaffiorati i fantasmi di Montella, con la sua rimonta lo scorso anno quando allenava il Catania. E invece abbiamo vinto. Grazie anche a una prova soddisfacente della difesa in cui, nel secondo tempo, si è distinto Britos.
Quindi, ricapitolando. Napoli forte sui calci da fermo, capace di colpire quando l’avversario meno se l’aspetta. Ma è un Napoli (almeno quello di ieri sera) più lento, meno efficace nelle ripartenze e che sembra avere non poche difficoltà a fare la partita. Al momento è bene che non siamo mai andati in svantaggio.
Senza fare paragoni blasfemi, ricordo che uno dei Napoli peggiori dell’era Maradona vinse alla fine il secondo scudetto della nostra storia. Tra quindici giorni ci rivediamo col Parma, speriamo su un campo migliore. Io sono fiducioso, mi colpisce la concentrazione di questa squadra. Ma devo ammettere che chi al momento è un tantinello preoccupato non deve considerarsi un folle.
Massimiliano Gallo