Napoli, non sprecare il talento di Insigne

Biancaneve Juventus e i sette nani (Milan, Inter, Roma, Lazio, Udinese, Napoli, Palermo). Si delinea così il prossimo campionato. La Juventus, regina incontrastata del calciomercato, ha allestito due squadre (torna in Champions). Con Milan e Inter in disarmo (cessioni eccellenti, vecchia guardia sbolognata, fine di tutte le follie) e le altre medio-grandi titubanti, si fa […]

Biancaneve Juventus e i sette nani (Milan, Inter, Roma, Lazio, Udinese, Napoli, Palermo). Si delinea così il prossimo campionato. La Juventus, regina incontrastata del calciomercato, ha allestito due squadre (torna in Champions). Con Milan e Inter in disarmo (cessioni eccellenti, vecchia guardia sbolognata, fine di tutte le follie) e le altre medio-grandi titubanti, si fa fatica a individuare l’anti-Juve.

Stagione confusa, tutta da scoprire. Potrebbe essere la Roma di Zeman la sorpresa. La Lazio resta uguale all’anno scorso con un allenatore nuovo e imprevedibile, lo slavo Petkovic. L’Udinese continua a vendere i giocatori migliori (Handanovic, Asamoah, Isla, Floro Flores dopo Inler, Alexis Sanchez, Zapata). Il Palermo si affida a Sannino, trattiene Miccoli e Balzaretti. Il Napoli riscatta Pandev e fa tornare a casa Insigne, è sulle piste di Behrami (27 anni) e Gamberini (31). Nessuno si è rafforzato quanto la Juve.

PROFONDO ROSSO – I soldi mancano. Il calcio italiano vende e non compra più. Altri Paesi attirano gli assi, complici sceicchi, magnati russi e bilanci in disordine. Dall’Italia vanno via verso ingaggi superiori: Lavezzi, Ibrahimovic, Thiago Silva, Verratti, Borini. L’anagrafe spazza via una generazione di campioni e gregari: Nesta, Gattuso, Del Piero, Seedorf, Zambrotta, Inzaghi, Di Vaio. Anche nel calcio, l’Italia è un paese di vecchi: Totti (36 anni), Di Natale (35), Buffon (34), Pirlo (33), Cassano (30), Miccoli (33), Pellissier (33), Gilardino (30).

Siamo alla resa dei conti più che al fair-play finanziario di Platini che andrà in onda nel 2014 imponendo bilanci in pareggio ma sanzioni confuse (esclusione dalle coppe non automatica). Il deficit del calcio italiano (fra le prime dieci aziende del Paese!) cresce ogni anno a velocità doppia lanciato verso i due miliardi di euro di “rosso”. Gli ingaggi dei giocatori assorbono il 64 per cento dei bilanci e le “grandi” vendono anche per liberarsi di stipendi pesanti. Sono appena sei le società virtuose, con i conti in ordine: Napoli, Udinese, Parma, Catania, Palermo, Lazio. Il disavanzo della Juventus, secondo gli ultimi dati, è di 95 milioni di euro, 86 per l’Inter, 67 per il Milan, 30 per la Roma, 32 per la Fiorentina. La situazione è diventata insostenibile e condiziona il calciomercato.

NAPOLI –  Per il quinto anno col bilancio in attivo. Il Napoli spende in stipendi (51 milioni) la quarta parte del Milan e dell’Inter, meno della metà della Juventus. Per metà è ancora la squadra costruita da Pierpaolo Marino cinque anni fa (Hamsik, Gargano, Grava, Aronica, Maggio, Cannavaro). Il rafforzamento, Cavani in primis, è avvenuto con una giostra di giocatori “mai nati” a Napoli: Fideleff, Donadel, Mascara, Santana, Chavez, Lucarelli, Ruiz, Hoffer, Dumitru. L’anno scorso il Napoli ha speso 53 milioni di euro per dodici giocatori: 14,8 milioni di dollari per Vargas (13 presenze), 15 milioni di euro per Inler. Quest’anno, sul mercato, ha frenato. Troppi sbagli e illusioni nell’estate scorsa.

Con un “tesoretto” di 57 milioni di euro, fra la cessione di Lavezzi (30) e i proventi della Champions (27), senza contare gli introiti lordi al botteghino (quasi 13 milioni di euro solo in campionato, più di 9 milioni per le gare di Champions), i diritti televisivi (quasi 60 milioni), il contributo degli sponsor e gli incassi del merchandising, il Napoli è tra i pochi club che potrebbe dettare legge sul calciomercato. Ma non vuole fare follie e non si lascia incantare dalla suggestione del top-player (costo elevato, ingaggio proibitivo). Il “salto di qualità” rimane nell’aria.

I SOLITI NOTI – Il club “difende” la squadra “già fatta”, prima delle italiane e quindicesima in assoluto nel recente ranking mondiale dell’Istituto internazionale di statistica, puntando a un rafforzamento minimo giuste le indicazioni della stagione scorsa: un leader per la difesa, un centrocampista di lotta e di governo, un sostituto (problematico) per Lavezzi. Vorticosa la girandola delle “voci”: Cissokho, Lassana Diarra, Benatia, Zapata, Armero, Cuadrado, Meireles, Mudingayi, Jovetic, Medel, Schelotto, Skrtel, Ivanovic, Verratti, Godin. Forse, più fantasie giornalistiche e proposte di procuratori super-attivi. Bersagli comunque falliti.

La cessione di Lavezzi, insostituibile nel suo gioco elettrico e anarchico, fondamentale nello scacchiere azzurro, imporrà un diverso modo di giocare in fase offensiva, mentre mancano per ora i rinforzi “decisivi” per difesa e centrocampo.

Un coraggioso e immediato lancio di Vargas e Insigne, esterni d’attacco con Cavani, avrebbe potuto far pensare a un audace 3-4-3, ma mancano nella linea mediana incontristi e lottatori per reggere le tre punte e proteggere adeguatamente la difesa (il solo Gargano non basta). Allora Insigne subito in campo con Cavani? Mazzarri vuole aspettare “per non bruciare il ragazzo” anche se molte nazionali europee giocano senza remore con calciatori ventenni e non hanno paura di “bruciarli”. Intanto, Insigne già sfodera le sue prodezze a Dimaro.

TITOLARISSIMO – Il punto è la conferma di Pandev che partirà titolarissimo in un 3-5-2 ritoccato in un 3-5-1-1 col macedone alle spalle di Cavani e il solito gioco sulle fasce (Maggio e Zuniga o Dossena) dove ci sarebbe stato bisogno di innesti freschi (Schelotto 23 anni, Armero 26).

Mazzarri ha fiducia nella carica che saprà dare alla squadra salvando contemporaneamente gli equilibri di spogliatoio (illuminanti le recenti dichiarazioni di Quagliarella). Ma quale sarà la “risposta” di una “rosa” che conta nove ultratrentenni? E quali saranno le alternative tattiche per battere gli avversari che ben conoscono il gioco azzurro e hanno già dimostrato di saperlo bloccare?

Se a centrocampo arriva Behrami aumentano i “piedi buoni” ma, con Inler e Hamsik, chi pressa, chi marca, chi protegge la difesa? Il possesso-palla non è stato mai il punto forte del Napoli, il palleggio astuto per “gelare” il gioco non è tra le sue virtù. Avremo ancora una squadra offensiva senza però i guizzi di Lavezzi? Resteranno in panchina Fernandez, Insigne, Vargas, “buoni” per eventuali staffette. E se Cavani, dopo le vacanze e le Olimpiadi, tarda a mirare la porta, chi fa gol?

PROBLEMI IRRISOLTI – Si ha l’impressione che i problemi del Napoli, denunciati nei campionati passati, non sono ancora risolti. Pure, nella “confusione” del prossimo campionato, due-tre acquisti di livello potrebbero inserire il Napoli nella lotta-scudetto. Gamberini non è migliore di Paolo Cannavaro. Behrami gioca da leader, immediato il “conflitto” con Inler? Sono rinforzi discutibili. Sarebbe servito Asamoah. Sarà ancora “sacrificato” Hamsik in un ruolo anche di copertura? Inler punta alla sua completa riscossa dopo una stagione di luci e ombre. Sarà il centrocampista davanti alla difesa? Ma gli mancano la qualità difensiva, il contrasto vincente, il pressing insistente.

Si aspettano buone notizie da qui a fine agosto quando chiuderà il mercato.

Mimmo Carratelli

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