Stavolta Golia batte David per 4-2

Agli Europei, ha vinto Golia contro David. Germania batte Grecia 4-2. Quindicesima vittoria consecutiva della nazionale tedesca (record mondiale) che approda nella semifinale di Varsavia (giovedì 28 contro Italia o Inghilterra). I greci, attestati nella loro nuova Termopili a Danzica, hanno retto quaranta minuti, fin quando il terzino Lahm apriva la prima breccia. Un fendente […]

Agli Europei, ha vinto Golia contro David. Germania batte Grecia 4-2. Quindicesima vittoria consecutiva della nazionale tedesca (record mondiale) che approda nella semifinale di Varsavia (giovedì 28 contro Italia o Inghilterra).

I greci, attestati nella loro nuova Termopili a Danzica, hanno retto quaranta minuti, fin quando il terzino Lahm apriva la prima breccia. Un fendente imprendibile con “l’istinto killer” che chiedeva Loew per abbattere il “muro di granito” greco.

La Germania ha giocato costantemente nella metà campo degli avversari. Ha attaccato con pazienza nella prima metà del match, creando numerose occasioni-gol, però non centrando mai la porta di Sifakis, un colosso di 1,95 poco affidabile. E’ dilagata nella ripresa dopo che una sortita della coppia Salpingidis-Samaras, conclusa in gol da quest’ultimo, il granatiere di 1,93 del Celtic, creava nei greci l’illusione dell’impresa. Dopo l’1-1, la Germania ha martellato la Grecia andando a segno con Khedira, Klose e Reus. In tribuna, applaudiva contenta Angela Merkel, in giacca pisello sbiadito.

La Grecia si è rintanata in trincea con due linee di difesa a cinque (5-5-0, raramente 5-4-1 col piccolo Salpingidis 1,72 avanti, fra le due torri tedesche, Hummels 1,92 e Badstuber 1,89). A tratti, sul raro contropiede greco, la Germania è apparsa un colosso dai piedi di argilla: la difesa faceva fatica a compattarsi. Ma ha preso il secondo gol solo su rigore (Salpingidis all’88’, fallo di mano di Boateng). Contro la Grecia nove vittorie in nove confronti.

Sicuro del successo, Loew ha risparmiato un po’ di grossi calibri schierando i baby Reus (23 anni) e Schurrle (22) al posto di Muller e Podolski, più Klose per Gomez. Muller e Gomez sono entrati nel finale.

Per l’ottava volta, la Germania è fra le prime quattro all’Europeo. L’ha vinto tre volte e punta al poker. La sua potenza, la tenacia e la qualità degli interpreti sono notevoli.

TALENTO CATALANO – Spagna-Francia stasera a Donetsk, penultimo quarto di finale. L’irrequieta nazionale di Laurent Blanc (litigi di spogliatoio e primedonne suscettibili) giocherebbe troppo di punta e tacco. Bisogna che indossi la tuta di lavoro, scrivono i giornali francesi, perché sul piano del gioco c’è un solo favorito, la Spagna, peraltro “una squadra abituata a vincere”.

Dunque la Francia parte sfavorita, ma ha già tirato due memorabili scherzi alle “furie rosse” che oggi sono meno “furie”, ma straordinari talenti tecnici capaci di “nascondere” il pallone. All’Europeo 2000 la Francia eliminò la Spagna nei quarti, al Mondiale 2006 la travolse negli ottavi. Però erano gli anni della Francia più bella con Barthez, Thuram, Blanc, Vieira, Zidane, Henry e più tardi Ribery. Non era ancora all’apice il “fenomeno Barcellona”, sbocciato nel 2004 con l’entrata in scena di Messi. Oggi gli assi francesi sono Evra esterno sinistro di difesa, Nasri, Ribery e Benzema.

Proprio su Benzema, centravanti del Real Madrid fiero rivale dei barcellonesi, la Francia punta contro la Spagna a trazione catalana. Ma Del Bosque non trema. Ha una squadra collaudata che non farà vedere palla ai francesi e andrà a segno con gli inserimenti dei centrocampisti se Torres farà cilecca. E contro Benzema avrà difensori che lo conoscono bene, da Casillas, ad Arbeloa, a Sergio Ramos che giocano nel Real Madrid.

Dovrebbe essere una partita-spettacolo, la più bella dei quarti, se la “pressione” del risultato non “bloccherà” il gioco. Ma la Spagna è fatta “per giocare” e non assisteremo a nessun tatticismo esasperato, tranne il persistente possesso-palla dei catalani che può risultare stucchevole quando non va a buon fine.

ECCO L’ITALIA – Squadra fatta per i quarti di finale contro l’Inghilterra (domani sera a Kiev, la città della finale, magari sarà beneaugurante). Ricacciato indietro il 3-5-2, Prandelli punta sulla difesa a quattro, sul centrocampo con De Rossi, in attacco Balotelli titolare (“Deve giocare sempre” ha detto Mancini).

Abate, Bonucci, Barzagli e Balzaretti davanti a Buffon (fuori Chiellini per infortunio). Marchisio, Pirlo e De Rossi in mezzo, con compiti precisi per lo juventino e il romanista affinché De Rossi non rimanga fuori dal gioco per lunghi tratti come nell’ultima partita con Pirlo che accentra continuamente la manovra (non una bellissima prestazione contro l’Irlanda). Più che il “rombo” con Thiago Motta più avanti, non proprio un trequartista di ruolo, meglio Nocerino a dare sostanza al centrocampo e pronto Diamanti a rilevare il milanista se sarà necessaria una spinta più incisiva (più efficace di Montolivo).

L’assetto migliore sarebbe quello con De Rossi davanti alla difesa e Pirlo più avanti tra Marchisio e Nocerino, in attacco Balotelli e Cassano. Un 4-1-3-2 col migliore utilizzo di De Rossi e Pirlo. In fase di non possesso, Marchisio e Nocerino dovranno sostenere gli esterni della difesa (Abate e Balzaretti) nella copertura delle fasce dove l’Inghilterra si insinua con Milner e Young.

Probabilmente, il duello-principe sarà fra De Rossi e Gerrard (idolo del romanista). Bloccato il talento di centrocampo del Liverpool (fatale al Napoli) metà del “lavoro” sarebbe fatto. Poi, se Balotelli entrerà in campo sorridendo, non col grugno dell’incazzato a vita, sarà una bella serata per l’Italia che potrà andare avanti (attenta però alla “collezione” dei troppi “gialli”, otto, compreso Balotelli, il più a rischio).

L’Inghilterra farà “muro”, com’è ormai abitudine anche dei club, lezione italiana impartita oltre Manica da Ancelotti, Mancini, Di Matteo e Capello. Tutti dietro la linea della palla. Così il Chelsea è diventato campione d’Europa. Contropiede con lanci per Rooney che gioca in ogni zona del campo, guai a perderlo di vista. L’italico catenaccio mobile propinato in salsa inglese. Lo conosciamo bene e, dalla nostra, abbiamo una superiore duttilità tattica.

FINALE – E’ vero che Germania e Spagna sono le squadre migliori, destinate a giocarsi la finale, e le altre sono squadre “a metà”, come dice Sacchi (e Capello ha aggiunto: la Germania è più forte, la Spagna gioca meglio). Ma non sono squadre perfette. Alla Spagna manca un finalizzatore che dia senso al possesso-palla schiacciante. La nazionale di Del Bosque finora non ha entusiasmato, in difficoltà contro Italia e Croazia. La Germania è una macchina possente, però con una difesa vulnerabile. Perché allora non pensare che l’Italia, con i suoi difetti e i suoi problemi, possa fare una clamorosa sorpresa? Bisogna cominciare a far fuori l’Inghilterra. Poi, l’entusiasmo crescerà e tutto diventa possibile.

MIMMO CARRATELLI

QUARTI DI FINALE.

Portogallo-Repubblica ceca 1-0

Inghilterra-Grecia 4-2

Spagna-Francia (sabato 23 a Donetsk)

Italia-Inghilterra (domenica 24 a Kiev).

SEMIFINALI.

27 giugno: Portogallo- vincente Spagna/Francia

28 giugno: Germania-vincente Italia/Inghilterra.

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