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Mazzarri come sir Alex Ferguson ma la partita è sul futuro a Napoli

Un futuro alla Ferguson, in modo da essere coinvolto direttamente nella gestione e nelle scelte societarie. È il ruolo che il presidente De Laurentiis ha preconizzato per Mazzarri, in un futuro neanche troppo lontano. Un’ipotesi peregrina o una naturale evoluzione del legame tra Mazzarri e il Napoli? Solo il futuro conosce la risposta. Resta, forte, per certi versi controverso e ancora in itinere il rapporto tra il tecnico e il club. I meriti di Mazzarri sono enormi quanto evidenti: in poco più di due anni ha portato il Napoli dalla zona retrocessione in A agli ottavi di finale di Champions League, valorizzando come nessuno l’organico e le risorse umane a sua disposizione. Anche grazie al suo lavoro le valutazioni dei vari Hamsik, Cavani, Lavezzi e Maggio sono schizzate a cifre vertiginose, nel contempo ha recuperato o migliorato calciatori come Grava, Aronica, Pazienza, Zuniga e lo stesso Pandev.
A dispetto del suo carattere «fumantino» ha dimostrato di essere aziendalista e le sue capacità di incidere sulla «patrimonializzazione» del club non sono passate inosservate. Certo, c’è stata anche qualche burrasca: su tutte il tira e molla di maggio scorso che ha portato all’incontro chiarificatore di Roma con De Laurentiis. Il rapporto con il presidente è schietto, al di là delle dicerie e di presunti dissidi. De Laurentiis lo ha voluto con tutte le forze nell’ottobre del 2009 nel Napoli post-Marino. Alle prime perplessità sul futuro, nel giugno del 2010, gli rinnovò il contratto non per due (come chiese l’allenatore) ma per tre anni, sino al 2013. A maggio scorso gli ha anche aumentato l’ingaggio, facendone (con 2.1 milioni l’anno) il tecnico più pagato della serie A, almeno prima del rinnovo di Allegri col Milan. E se De Laurentiis non ne ha mai messo in dubbio il futuro in azzurro, lo stesso tecnico di recente ha più volte dichiarato: «Ho un contratto sino al 2013 e intendo rispettarlo. Potrei anche restare a lungo, con poteri ampi in futuro il Napoli può pensare allo scudetto».
Poteri più ampi che De Laurentiis sarebbe disposto, a quanto pare, a riconoscergli, prospettandogli un futuro alla Ferguson. Per diventare «sir Walter», del resto, non manca molto. Mazzarri è già il punto di riferimento del progetto tecnico-societario e ha già avuto, di fatto, voce in capitolo e peso specifico in alcune scelte di mercato. Non è certo un mistero che il tecnico lavori in sinergia con Bigon avendo identità di vedute col ds. Nè lo è che abbia indicato specificamente gli acquisti, poi effettuati, di Britos, Inler e Pandev (solo per fare alcuni esempi) e anche quelli di Criscito, Vidal e Vucinic, giocatori mai arrivati.
Mazzarri ha avuto voce in capitolo sull’organizzazione delle trasferte, sulla scelta del ritiro e anche su altre decisioni. Il futuro alla «Ferguson» nel Napoli è tuttavia tutto da verificare: trapelano indiscrezioni su una ricca offerta che il Rubin Kazan sarebbe pronto a proporgli a giugno, lo stesso tecnico ammicca ad ipotesi estere («La Premier? Mi intriga, ma tra dieci anni», ha riferito lunedì sera) ed ha assunto Beppe Bozzo (che assiste, tra gli altri, Cassano, Quagliarella e Gilardino) come suo avvocato. Per il rinnovo, per prove tecniche di Ferguson del Napoli o per lasciare il club azzurro nel 2013 non è dato sapersi, almeno per ora. Però «sir Walter» suona bene.

Dario Sarnataro (Il Mattino)

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