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La Champions del mercoledì val bene qualche punto in meno la domenica

Riconosco all’avvocato Claudio Botti di posizionarsi su livelli molto più alti dei miei. Pertanto, dopo il suo invito al presidente De Laurentiis di inginocchiarsi e baciare le nostre estremità inferiori, in una sorta di evocazione mariomerolese, sono costretto ad una citazione neomelodica. Quella di Mimmo Dani e la sua “Chillo malamente nu è ma manco bbuono” (http://www.youtube.com/watch?v=cIUThvk3AEg). La leggo al contrario, la paràfraso e quindi sintetizzo così: fino ad oggi la stagione del Napoli buona non è ma nemmeno cattiva. Un collega di Botti mi ha insegnato, tanti anni fa, a decidere e scegliere sempre valutando le alternative. Allora mi sono chiesto: ma il mercoledì sera sarebbe stato meglio andare al cinema? Mi sono risposto in una frazione di secondo: assolutamente no. I momenti di esaltazione, individuale e collettiva, che abbiamo vissuto durante le partite dei nostri eroi con Manchester C., Villareal, Bayern, non sono barattabili con qualche punto in più in campionato. Anche perché, tornando ad un’analisi razionale, lo scudetto non era e non è un obiettivo alla nostra portata. Siamo onesti, dai. Sento già una vocina nelle orecchie: avremmo potuto puntare alla Champions, quindi al terzo (o al secondo) posto. Tutto vero. Ma la stagione 2011-2012 è costruens, nondestruens. Lottare su tre fronti è difficile, il Napoli ci sta provando e sta crescendo. Il prezzo da pagare è qualche mancata vittoria (non parlerei di pareggi e sconfitte). I risultati con Chievo, Juventus, Bologna, Siena ecc. gridano rabbia e vendetta ma sono ampiamente ripagati, almeno a mio giudizio, dalla gioia per le vittorie con l’Inter e l’Udinese. Si potrà obiettare che con una più intelligente campagna acquisti (e vendite) la rosa poteva essere ancora più forte e completa. Certo. Ma manca la controprova. Io ho il coraggio di ammettere che un anno e mezzo fa mai avrei pensato a un Cavani top player. Confesso che nelle chiacchiere al bar o tra amici gli preferivo Quagliarella (al netto di altri discorsi) e Maxi Lopez. Onore al merito di chi ha fortemente voluto il Matador. Non mi si venga a dire che Denis è da Napoli. E’ un atleta che soltanto a trent’anni ha capito come alimentarsi (sue dichiarazioni ai giornali!). Insomma, cerchiamo di essere obiettivi che non necessariamente equivale ad essere “lecchini” col presidente. A proposito di alternative, voi conoscete qualche mecenate o qualche sceicco stupido disposto a investire una vagonata di milioni nel progetto Napoli? Io no. Teniamoci Aurelio, e teniamocelo stretto. Malamente nun è, anzi. Forzanapolisempredovunquecomunque-
Giuseppe Pedersoli

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