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Delle due l’una: o Mazzarri si lamenta o ha sbagliato campagna acquisti

Allora ragazzi, o’fatt è ‘cchist: per me il problema è a monte. Parto dal presupposto che a mio avviso un allenatore come Mazzarri merita di esser cacciato solo perchè dice: “E’  così che va, paghiamo le fatiche di Champions e perderemo altri punti in campionato”.  Come si può affermare qualcosa del genere e dare così nuovi alibi morali ai calciatori? Possibile che il nostro beneamato tecnico debba sempre trovare giustificazioni “ontologiche” e preventive??

Si lamenta del doppio impegno, della mancanza di alternative. Bene, allora per quale oscuro motivo in estate, quando volevano comprargli Gilardino, Maxi Lopez o, perché no?, persino il redivivo Trezeguet ha detto, per stessa ammissione dello “sconsolato” De Laurentiis: “No grazie, voglio Lucarelli e… Chavez?”

Punto secondo: questione di grande rilevanza, a mio parare: nessuno di noi, veri tifosi, dimentica  gli orrori di Cittadella  e Massa Carrara, però, c’è bisogno che noi tutti fossimo meno provinciali e un po’ più “romani” nelle definizioni autoreferenziali. Mi spiego: a Torino Quagliarella accetta la panchina, a Milano vale lo stesso per Robinho, Pato o Diego Milito,  Situazione analoga a Roma per Borriello o Bojan Kirkic e a Napoli anche se viene ingaggiato un Floccari qualsiasi storce il naso se occupa la casella del comprimario?? E’ una questione, ancora una volta, storica, sulla quale  – a mio  parere – dovremmo riflettere.

Abbiamo ampiamente riscattato le umiliazioni della terza serie, ora siamo tornati ad essere il Napoli. E viva Dio. Non abbiamo, però, sbaragliato il raggio d’azione di quei limiti mentali che purtroppo ci siamo autoimposti e che ahinoi, ancora ci inchiodano. Nell’immaginario collettivo, un buon calciatore viene a Napoli per giocare, non di certo per  subentrare in quella squadra che ancora non merita l’appellativo di “Grande”. Poi però, nulla importa se stendiamo gli sceicchi avendo la sbalorditiva opportunità di mandare a casa i dominatori del campionato più ricco del mondo. Poco importa se al San Paolo nessuna impresa è oggettivamente preclusa, poco importa se i bookies cominciano a quotare la vittoria degli azzurri nella massima rassegna continentale (si gioca a 40). Poco importa se la Juventus esulta con toni forsennati per un pareggio al San Paolo. Manco fosse il Murcia che ferma il Barça al Camp Nou! Hanno cantato “Oj vita mia” a casa nostra.  Un affronto che però, a mio modesto modo di vedere, rileva un dato importante: ci hanno ferito nell’orgoglio, nel nostro orgoglio perché in fondo, Napoli-Juve è diventata “La Partita” per loro, il loro vero derby. Siamo grandi, lo vogliamo metabolizzare questa realtà? Basta dire grazie, aumentiamo il tetto ingaggi e pretendiamo i campioni. Che lo stadio è sempre pieno. Che ce lo meritiamo. Che nessuno lo merita più di noi.
Giovanni Ibello

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