I pali di Baroni e incocciati e i rigori infami ora ricordo meno amaro

L 22. Fuoco. H 17. Colpito. C 7. Colpito ed affondato. Sono bastati tre minuti e il trio delle meraviglie con due siluri ben assestati ha sommerso il temuto sottomarino giallo inabissandolo sul fondo della classifica a zero punti. Trenta minuti di autentico spettacolo. E in questa mezz’ora sono comprese anche la cornice di pubblico, […]

L 22. Fuoco. H 17. Colpito. C 7. Colpito ed affondato.
Sono bastati tre minuti e il trio delle meraviglie con due siluri ben assestati ha sommerso il temuto sottomarino giallo inabissandolo sul fondo della classifica a zero punti. Trenta minuti di autentico spettacolo. E in questa mezz’ora sono comprese anche la cornice di pubblico, l’entrata in campo dei nostri beniamini e la famigerata musichetta Champions tanto agognata che già avevo avuto la fortuna di ascoltare in quel di Manchester, ma che mai avevamo potuto sentire nel nostro tempio. L’emozione è stata fortissima. E nell’abbracciarci con gli amici della banda, la stessa di quel famoso Napoli-Cittadella, a qualcuno sono venuti gli occhi lucidi e a San Paolo, come a me, i brividi hanno fatto rizzare tutti i peli delle braccia. Dopo il fischio d’inizio, ritardato per un’improvvisa e coreografica nebbia, si è scatenata l’indemoniata compagnia dello zio Walter. Trenta minuti di fuoco, due gol di vantaggio e poi, amministrazione della partita come le grandi squadre sanno fare. Dopo le ultime uscite poco felici, il Napoli ha dato tutto in quella che è stata la notte delle stelle e si è aggiudicato l’incontro con una prestazione collettiva eccezionale. Stavolta non ci sono state invenzioni, turn-over o formule chimiche strampalate. La squadra ha giocato talmente bene che mi è sembrato difficile trovare il migliore in campo. Campagnaro ed Aronica superlativi, hanno spaccato l’atomo, non sbagliando un solo intervento. Cannavaro, a cui è toccato lo scomodo Rossi, ha sofferto ma ha retto da grande capitano qual è. De Sanctis, inoperoso, si è dovuto limitare ad un paio di uscite alte e ai rinvii da fondo campo. Zuniga e Dossena, sugli esterni, non hanno mai mollato di un centimetro, correndo su e giù per la fascia senza mai risparmiarsi. Inler, con la collaborazione di un centrocampo che poco ha pressato, è stato, non solo un faro, ma un autentico leone senza maschera, nei momenti in cui bisognava reggere l’urto degli spagnoli. Gargano, che qualcuno voleva cestinare, mi è sembrato il diavolo della Tasmania. Un moto (o mota) perpetuo a cui è stato conferito il dono dell’ubiquità. Lavezzi, il solito instancabile trascinatore, che ha coronato la sua super prestazione globale anche con un assist e un rigore procurato (nell’occasione ha bruciato il difensore giallo con una progressione degna del miglior neutrino). Hamsik, che oltre al gol rompi equilibri, ha messo a disposizione dei compagni la sua classe, facendo dimenticare la pessima apparizione di sabato scorso, con precisi ed efficaci passaggi. Cavani, che ha realizzato il rigore, si è praticamente venduto l’anima, correndo in lungo e in largo per tutto il perimetro di gioco, pagando per uno sfortunato controllo un infortunio che qui tutti ci auguriamo sia meno grave di quel che è parso. E infine, Pandev, Mascara e Santana che sono entrati con le bombole d’ossigeno per far rifiatare i tre tenori e far respirare, con punizioni spezza ritmo subite, l’intera squadra che ormai non aveva più. Non so decidermi, chi è stato il migliore?

Vittoria stameritata che può dare solo fiducia a tutto l’ambiente. Anche perché ora, nel girone dell’inferno, basterebbero le due vittorie in casa per rivederci matematicamente a Marzo. Bello a dirsi, difficile a farsi. Ma con un Napoli così, tutto è possibile.

Difatti, se si riuscisse a giocare sempre così, non ce ne sarebbe per nessuno. Mi auguro invece che in futuro si riesca a vincere anche con un golletto e che non si debba sempre dare il 200%. Aronica probabilmente si è stirato, Cavani ha una caviglia come un cocomero, Gargano ha consumato 5 dei suoi 7 polmoni e tutti gli altri li ho visti stremati e senza energie alla fischio finale. E sabato c’è un’altra sfida al cardiopalmo che non si può e non  si deve fallire contro il caro, carissimo Ranieri. Speriamo di invertire la tendenza degli ultimi anni e presentarci a San Siro anche con i lividi e i cerotti, ma con la stessa determinazione e grinta ammirata ieri. Magari basterà anche solo un autogol di Samuel o meglio ancora un tiro deviato dell’ex di turno. La battaglia navale in campionato è appena iniziata. P 29.

Grazie ragazzi. 21 anni fa, i pali di Baroni ed Incocciati e quei rigori infami sono oramai un ricordo meno amaro.

Una domanda, ma la fiction trasmessa ieri in tv com’è finita?

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.

Gianluigi Trapani

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