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Gargano? Spodestarlo è stato l’atto più coraggioso di Mazzarri e De Laurentiis

Di Gargano ho e abbiamo già scritto tanto. Lo considero un buon giocatore. Un trottolino poco amoroso, un Furino meno tignoso ma comunque molto molto forte. Sa recuperare palloni come pochi al mondo. Ma, secondo me, aveva un peso eccessivo in questo Napoli. È stata un po’ una tradizione del Napoli dell’era De Laurentiis avere leader nello spogliatoio che significavano poco in campo, modello Montervino. Gargano è stato per anni protagonista di un equivoco. Si è atteggiato a regista pur non avendone le qualità. Donadoni almeno questo lo aveva capito. Prese Cigarini e Walter avrebbe dovuto fare il portatore d’acqua. Poi finì come finì. Mazzarri è stato bravo, molto. Al suo arrivo non ha rotto le gerarchie di spogliatoio, poi però piano piano si è insinuato e ha preso giustamente lo scettro del comando. E già quest’anno – a onor del vero la peggiore stagione dell’uruguaiano – lo ha tolto dalla prima squadra per cinque partite consecutive (altrettante nostre vittorie), inserendo Yebda. La sostituzione di Bari, con la protesta di Gargano e la veemente reazione dell’allenatore fu un chiaro segnale.
Mazzarri ha fortemente voluto Inler. E De Laurentiis lo ha assecondato. Hanno stravolto in un colpo solo sia il centrocampo sia le gerarchie nello spogliatoio. Una rivoluzione compiuta quasi in silenzio e gestita – questa sì – nel migliore dei modi. Se Inler giocasse all’80% di come ci fece vedere quella sera a Napoli sarebbe grandioso. Non ricordo chi lo disse, ma il traccheggiamento sul suo arrivo ricorda quello di Salvatore Bagni. Ha giocato solo un’amichevole ed è già padrone.
Tornando a Gargano, penso che partirà. Che non accetterà mai un ruolo subalterno, sia in campo che nel gruppo. A un certo punto le storie finiscono. E tra Gargano e Inler non c’è nemmeno da farsi domande.
Massimiliano Gallo

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