La squalifica è giusta
non presentiamo ricorso

Caro direttore, sai che tento di ritagliarmi uno spazio incentrato sull’ironia e lo sfottò agli avversari, ma stavolta devo fare il bacchettone: la squalifica di Lavezzi (e Rosi) è sacrosanta. Come mi pare abbia deciso l’Inter nel caso di Chivu, proviamo a fare i signori, non presentiamo ricorso.  Due atleti professionisti, pagati centinaia di migliaia […]

Caro direttore,
sai che tento di ritagliarmi uno spazio incentrato sull’ironia e lo sfottò agli avversari, ma stavolta devo fare il bacchettone: la squalifica di Lavezzi (e Rosi) è sacrosanta. Come mi pare abbia deciso l’Inter nel caso di Chivu, proviamo a fare i signori, non presentiamo ricorso.  Due atleti professionisti, pagati centinaia di migliaia di euro all’anno, si sono sputati in faccia. Un episodio gravissimo. Meritevole di censura e di squalifica. Due, tre giornate, non importa. Accompagno mio figlio a scuola calcio e ti assicuro che i bambini fanno esattamente le stesse cose dei calciatori di serie A: il frontino per i capelli, l’esultanza dopo il gol con i gesti visti in tv, si arrabbiano se sostitutiti. Ancor più grave che i genitori difendono il comportamento dei figli e insultano gli allenatori. Non mio meraviglierei se nelle prossime partitelle volerà nell’aria un po’ di saliva. Preciso che prescindo da norme e diritto. È una questione di principio e di buona educazione. Nella mia vita, almeno che io ricordi, non ho mai sputato in faccia a nessuno. Mazzate, sì, a scuola  e nelle partite da ragazzo (ero scarsissimo). Ma sputi, mai.
Lavezzi salterà il match col Milan? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Abbiamo vinto un mondiale perché Zidane diede una testata a Materazzi, reo di avere offeso qualche familiare del francese. Tutto il mondo stigmatizzò il gesto di Zizou. Il Pocho ha sbagliato. Dobbiamo essere forti nella reazione, scendano in campo Mascara, Lucarelli, Dumitru, sostituiscano degnamente Lazezzi. Vinceremo, con il Villareal, con il Catania, con il Milan e con il Brescia. Sputatemi in un occhio se non sarà così.
Giuseppe Pedersoli

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