I have a dream: un Napoli Channel combattente e d’inchiesta, che faccia pelo e contropelo a mezza serie A. Nel corso del match contro il Villareal i tifosi della curva B hanno avuto modo di ironizzare sui maxi schermi, promessa ancora irrealizzata e procrastinata a data da destinarsi da De Laurentiis. Ma poco importa: col Napoli secondo in classifica non se ne sente la mancanza, e se il presidente non riesce a tener fede alle uscite demagogiche che talvolta si concede, il problema è suo, non nostro.
Ma se c’è un progetto ventilato dal nostro Aurelio, al momento in ghiaccio se non proprio accantonato, che urge riprendere e rendere operativo in tempi rapidissimi, è proprio quello del Napoli Channel, la Tv ufficiale del Napoli Calcio.
Quella che ho in mente è un’emittente d’assalto, arcigna, puntigliosa, attenta e, soprattutto cazzuta. Un Napoli Channel che stia alla procura sportiva come il Fatto Quotidiano sta a quella della Repubblica; un canale che cerca, scova, pubblicizza e in special modo segnala gli illeciti consumati sui campi di calcio e sfuggiti a più.
Sogno una struttura che preveda su Napoli due collaboratori occasionali, magari qualche parente disgraziato di De Laurentiis (lo avrà pure un lui un nipote, un cugino, un cognato disoccupato?) che si occupa dei filmini degli allenamenti a Castel Volturno con una telecamera amatoriale, e uno studente del primo anno di Scienze delle Comunicazioni per le conferenze stampa al san Paolo. Due che si accontentano di 400 euro al mese, e che considerano parte del compenso lo stare a contatto coi propri beniamini di sempre.
Ogni fine settimana di campionato, però, il Napoli Channel deve dispiegare le proprie forze sui principali campi della serie A. Una telecamera fissa al San Siro di Milano e un’altra all’Olimpico di Roma. Attrezzatura fornita dalla Nasa capace di zoomate Hd fino al micron e personale specializzato formato in corsi d’addestramento del Mossad. E così mentre Sky e Mediaset seguono lo svolgimento della partita (o almeno dovrebbero), i nostri specialisti dell’informazione seguono il gioco fermo, chi sta lontano dalla palla, l’interpretazione dei labiali. Ogni domenica sera, finito lo ‘spezzatino’, si realizza un bel dvd da inoltrare a tutte le redazioni di testate sportive d’Italia nonché ai dottori Tosel e Palazzi.
Che ci sarebbe da perdere nel fare un’operazione del genere? Trasmissioni che si occupano di calcio a Napoli ce ne sono già a bizzeffe: il Napoli Channel in questo modo avrebbe una sua specificità, quella di agenzia di stampa della legalità sui campi di calcio. E che ci sarebbe di male? Scommetto che se interrogati sulla condanna a Lavezzi, giornalisti e operatori di Skysport e Mediaset direbbero più o meno queste cose: “Abbiamo fatto il nostro dovere – abbiamo aiutato la giustizia a fare il proprio corso – abbiamo contribuito alla ricostruzione della verità fattuale”. Enfatizzando i paroloni messi in corsivo e rigettando ogni sospetto di ingerenza antinapoletana.
Ebbene, diamolo pure noi questo contributo alla giustizia. Provochiamo squalifiche su squalifiche. E’ vero: piagnucolare è inutile e fastidioso, ma meditare vendetta, terribile, tremenda e irrefrenabile vendetta, è lecito e sufficientemente signorile.
di Roberto Procaccini
Sogno un Napoli Channel
che controlli gli altri
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