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Napoli-Fiorentina all’ipermercato, tristezza

Una volta, quando si giocava di sabato si diceva sabato all’inglese. Il mio è cominciato alla piscinolese. Nel senso che in mattinata avevo partecipato con l’amico  Napolista Salvatore Fioretto alla presentazione del suo libro “Piscinola,terra del Salvatore”. Scusatemi per la pubblicità gratuita, ma dopo che Pedersoli e Bracale hanno ampiamente pubblicizzato venditori di panzarotti e pastecresciute, anche a me sarà consentito pubblicizzare  qualcosa. Specialmente se si tratta di un libro dove l’autore ha avuto la bontà di inserirmi fra i suoi “ispiratori”. Oltretutto, amici napolisti, vi devo informare che tutti quanti voi, oltre ad essere pochisti o quaglisti, cavanisti o marekiaristi, siete tutti prima di tutto dei “piscinolisti” e vi spiego  il perchè  riportando quanto descritto nello’opera dell’amico Fioretto: “…nel VI secolo d.c., Belisario, capitano generale dell’esercito bizantino, in guerra contro i goti, per ordine di Giustiniano, penetrato nella città di Napoli attraverso l’acquedotto presso S.Giovanni a Carbonara,sterminò la popolazione:vecchi,donne e bambini furono trucidati.Poi, senza pietà ridusse Napoli come un campo di grano mietuto.Quindi si recò a Roma, dove Papa Silverio lo rimproverò aspramente per la strage compiuta.Pentitosi tornò a Napoli nel 536 d.c. e,vedendo lo stato di abbandono in cui era ridotta la città, decise di ripopolarla, trasferendo a Napoli gli abitanti dei villaggi limitrofi tra i quali il più popoloso era quello di Piscinola….” Quindi….
Sabato pomeriggio, dopo un pranzo leggero in vista della chilometrica pizza post-partita, mi ero ritirato in salotto col mio chilo e mezzo di giornali. Come di consueto, dopo uno sguardo rapido alla cronaca ed alla politica, mi accingo a concentrarmi sullo sport per centellinarmi goccia a goccia il miele azzurro del Napoli. Mia moglie si staglia sull’uscio della porta e, come Claudio Baglioni appunto in Sabato Pomeriggio esorta il passerotto a non andare via dicendo: Caro, mi accompagni all’ipermercato? In realtà, se fosse possibile visualizzare la pagina 777 del televideo, la frase apparirebbe così sottotitolata: Vecchio barbagianni (altro che passerotto)! Se non alzi le chiappe da quella poltrona, ti do fuoco assieme ai tuoi dannati giornali e ti faccio fare la fine di Giordano Bruno (da Nola. Da non confondersi con Bruno Giordano da Trastevere).
Certo cara, è un piacere. Rispondo, mentre le frantumerei volentieri gli arti inferiori (trad. Le spessasse ‘e coscie)
Arrivati in loco, mentre lei parcheggia, io mi incarico di reperire un carrello.
Come al solito hai preso il carrello con le ruote difettose. Dice. Inutilmente le faccio notare che i carrelli non li scegli: semplicemente ti capita quello che risulta essere l’ultimo agganciato alla fila.
E si vede che sei “sempre” sfortunato.
Appena varcato l’ingresso parte l’ammonimento: Non perdere tempo vicino ai libri e non prendere roba inutile.
Subito dopo vi perdete di vista.Risultano vani tutti i tentativi di ritrovamento. guardate tra la folla, ma vi rendete conto di non ricordare come era vestita: dopo tanti anni, anche se vi guardate, non è detto che vi vediate. Ci vorrebbe un navigatore satellitare. Decidete di fare come il leone con la preda: vi appostate vicino alla pozza d’acqua, cioè alla cassa: acca’ adda’ passà! Poi vi sembra di ricordare che indossava quel golfino verde che le sta così bene con i suoi occhioni dello stesso colore. Cominciate a scrutare la folla come un ecologista imbranato alla ricerca del verde.
Quando una giovane signora con il bambino nel carrello vi chiede dove si trovi il reparto telefonia, voi praticamente le ridisegnate la piantina nel supermercato mentre fate le moine al moccioso per ingraziarvi la mammina. Improvvisamente, come sbucata dal nulla, vi piomba alle spalle lei, col suo maglione rosso che si intona perfettamente col viso inviperito. E’ come se avessero delle capacità savraumane.Come quando guardate la tv da soli. Anche se state assistendo al film sulla vita di Santa Maria Goretti, lei riesce a pararvi innanzi mentre il bruto sta per violentare la martire. Poi ho scoperto che in tutto ciò non c’è niente di sovrannaturale. Dopo attenta riflessione mi sono dato la spiegazione scientifica del fenomeno: semplicemente, durante le scene piccanti, noi maschietti, tendiamo ,in modo del tutto naturale, ad abbassare l’audio. Loro, dall’altra stanza, non sentono più niente, e ci piombano addosso.
Dopo l’avvenuto rendez-vous al supermercato, comincia la rassegna delle cose (inutili) che hai preso dagli scaffali e ti sei portato in equilibrio addosso senza il carrello. Che aveva lei.
Questo non serve. Questo già ce l’hai. Chist che ‘nne ffà! Riesci a salvare una camicia mentendo spudoratamente che era in saldi al 70%. Alla cassa chiaramente lei non ha neanche pensato lontanamente  di portarsi appresso i soldi, quindi ti sfila la carta di credito con la stessa destrezza con cui Lavezzi si fuma gli avversari quando parte in velocità. Torni a casa per le cinque. Cì’è giusto il tempo per misurarti la camicia. E qui si compie la vendetta del genere femminile sul maschio prevaricatore. Mi immagino l’operaia che ha confezionato la camicia, la quale ti ha aspettato per mesi nell’oscurità di un deposito o nella penombra di uno scaffale. Fino allo scintillio di una vetrina, dove tu l’hai vista e comprata. Togli via tante di quelle spille che neanche un metal-detector. Lìultima non la trovi mai.
E’ stata messa apposta da un’addetta incazzata che, sono sicuro, aveva appena litigato col fidanzato e si vuole vendicare sugli altri non potendo colpire lui. E’ infilata vicino al polsino, da dove ne avevi già tolta una. E qui scatta la trappola. Il dito medio, che oltre ad essere il più lungo è anche il più sensibile ed il più stronzo tra le cinque dita, si infilza come un tonno all’amo. Un dolore che le donne non hanno mai provato. La Bibbia dovrebbe essere aggiornata: tu donna partorirai con gran dolore e tu, coglione, avrai una spilla conficcata sotto l’unghia.
L’inizio della partita, che sei costretto a seguire per scaramanzia su uno sgabello, ti fa dimenticare tutto. Non ci sono particolari sussulti. Solo quando Cannavaro rimane inchiodato in area avversaria senza riuscire a spingere la palla in rete, gli conficcheresti volentieri quella spilla insanguinata in un occhio. Poi i soliti urli, le solite imprecazioni, le solite domande: ma perchè non fa entrare… gia. Ma chi deve entrare.  Ah se ci fosse stato….. non lo voglio  neanche nominare. Insomma un sabato di m      , ed una domenica ancora peggio: hanno vinto praticamente tutti.
di Pasquale Di Fenzo

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