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Aurelio apri gli allenamenti e una sede in città

Gli inglesi direbbero boring, vale a dire annoiarsi. Non si può passare da un’overdose ad un’astinenza totale. Lo dicono anche i dottori. Ed allora questo lunedì è un po’ fiacco, pensando alla Nazionale (forse) e con l’obiettivo già al Catania. Il presidente esterna e meno male, altrimenti non ci sarebbe proprio nulla da commentare. Però una cosa al presidente vorrei suggerirla. Tra i nove campi, alcuni in erba sintetica, che vuole costruire sui cinquanta ettari di Castelvolturno, preveda anche una tribunetta di quattro-cinquecento posti. Forse anche più veda lui. Il Napoli non si allena sotto gli occhi del suo pubblico dall’epoca di Soccavo, da quando cioè si apriva il cancello azzurro e la fiumana di spettatori risaliva lasciandosi sulla destra il lato corto del campo di allenamento. Poi, al termine, uscivano prima i giocatori, poi la fiumana ritornava giù felice e soddisfatta. Oppure l’assalto ai distinti nel giovedì di filone con partita al San Paolo. Onore a De Laurentiis per quanto a fatto finora, speranza che possa far ancor di più. Però la ciliegina sulla torta, senza parlare di trofei che mi sembra prematuro, sarebbe proprio questa: una tribunetta a Castelvolturno ed una sede in città così da identificare anche con una strada, come via Turati, Corso Galileo Ferraris oppure Corso Vittorio Emanuele II, il luogo per eccellenza del Napoli tra le mura (amiche). di Paolo Carafa

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