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Chi soffia sul fuoco dell’emergenza?

Chi soffia sull’emergenza? Oggi doveva essere una giornata di festa, sessantamila allo stadio per battere il Liverpool, una delle squadre più titolate mai affrontate nella storia del Napoli. E lo sarà una giornata di festa. Ma la nostra città è in ginocchio. A Terzigno si protesta contro la discarica e giù cariche; a Napoli i disoccupati incendiano i cassonetti lungo via Toledo. I tifosi inglesi vengono aggrediti impunemente al centro città. E pochi giorni fa altri disoccupati sono saliti sul tetto di Palazzo Reale, del Comune e di altri palazzi istituzionali. Napoli è una polveriera sociale. Lo Stato e il clientelismo politico aveva prima trovato nella Scuola e nella Sanità sbocchi lavorativi e sociali. La storia vuole che le industrie hanno sempre fallito all’ombra del Vesuvio perché dovevano essere localizzate altrove e qui non rimaneva che la clientela. Finita la clientela, perché sono finiti i soldi, non rimane nemmeno più quello. E la battaglia si combatte ogni giorno, in ogni vicolo in ogni realtà come prima e molto più di prima. Come se non bastasse il sindaco invece di affrontare e risolvere i problemi della città dice che Liverpool non è molto meglio e si augura che gli inglesi non bevano troppo perché, altrimenti, potrebbero diventare pericolosi (loro!!!). Non voglio fare dietrologia. Ma tutto ciò appartiene a un mosaico. Sono tutti tasselli che stanno uno per uno prendendo il loro posto all’interno di questa polveriera. I tifosi inglesi, poveracci, sono solo le vittime della nostra guerra quotidiana che ci sta facendo perdere la guerra nei confronti di chi soffia sul fuoco del “loro non sono buoni a fare niente” e noi ce ne stiamo autoconvincendo.
Stefano Romano

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