ilNapolista

Foqus, ai Quartieri Spagnoli inclusione sociale e posti di lavoro

Non solo l’albero di Mimmo Paladino, un progetto in piedi da due anni senza soldi pubblici e che è in espansione e piace ai privati.

Foqus, ai Quartieri Spagnoli inclusione sociale e posti di lavoro
La Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli, a Napoli

L’albero di Mimmo Paladino

Nel quartiere meno verde d’Europa ha messo radici un altro albero. No Nalbero, ma un albero molto più simbolico e beneagurante dell’altro quello che ha i rami di acciaio ma è senza anima. La coincidenza stimola qualche riflessione partendo dalla constatazione, addirittura ovvia, che questa installazione convince di più e non solo perché il “contadino” che ha piantato l’albero è Mimmo Paladino uno dei massimi artisti contemporanei. Che, per giunta, è nato e vive a Paduli immerso nel verde sannita molto più ricco di clorofilla di quello metropolitano. Convince di più perché l’albero di Paladino ha le foglie blu, marchiate da numeri, che guardano verso il cielo e, se occorre, emettono anche qualche suono.

Ai ragazzi che popolano la cittadella di Foqus nell’ex Istituto Montecalvario trasformato da “parcheggio” per i bambini dei Quartieri in una sorta di università della strada nella quale si insegna lavoro e si vive con i bambini curandoli l’installazione è molto piaciuta. La guardano con gli occhi rivolti verso il cielo e la speranza di Rachele Furfaro e di Renato Quaglia, presidente e direttore di Foqus, è che facciano altrettanto anche le istituzioni dedicandosi con altro impegno alla bonifica sociale del quartiere.

L’esperienza di questi due anni in effetti ha dimostrato che lo “sventramento” dei Quartieri Spagnoli è possibile e auspicabile a patto che sia portato avanti con ben altre intenzioni rispetto a quelle per le quali i poteri forti si sono azzuffati: “sventrare” non significa abbattere per ricostruire, ma, al contrario, lavorare per spazzare via il brutto che qui è incrostato nelle mura e ha prodotto sottosviluppo e, insieme, criminalità e prostituzione.

In vita da due anni

In due anni, Foqus ha dimostrato che è possibile e ieri se ne è avuta un’altra conferma. Il sindaco de Magistris, ad esempio, si è detto «colpito dalla suggestione dell’opera» e l’ha definita «espressione di arte e cultura laddove Nalbero del lungomare è espressione di creatività e di ingegneria». Un modo abile di sfuggire al confronto tra le due installazione che, invece, è stato affrontato da Paladino e da Cicelyn, il curatore dell’albero con i numeri: «Nalbero mi sembra una macchina da festa del nostro contemporaneo…, ha detto l’artista, un oggetto da consumare in tutti i sensi. Non è pensato per far pensare. Mira ad altro che all’arte». Giudizi scolpiti con l’accetta, chi vuole intendere il vero significato del verbo utilizzato – consumare – ha tutto il diritto di farlo.

Senza soldi pubblici

Ma ora pensiamo ad altro, al significato vero di questa giornata che ha segnato il debutto in società di una nuova categoria di soggetti: gli argonauti, cioè i ragazzi e i giovani autistici inseriti nel nuovo progetto Argo sostenuto da Carlo Borgomeo presidente della Fondazione “Con il Sud” e dalla Ferrarelle della famiglia Pontecorvo. 500 mila euro per quattro anni il loro fondamentale contributo, ma Borgomeo e Michele Pontecorvo hanno affermato di essere disponibili a prolungare la collaborazione «perché ci troviamo di fronte ad un progetto di grande interesse al quale è giusto che l’impresa privata garantisca un congruo sostegno». «È un ottimo progetto, abbiamo valutato la sua fattibilità e a conti fatti», hanno detto all’unisono i due sponsor siamo noi che dobbiamo ringraziare.

Questa è vera inclusione sociale, questo è l’obiettivo di Foqus e i conti, dopo appena due anni, danno pienamente ragione al binomio Furfaro-Quaglia che hanno fatto tutto da soli opponendosi ai tempi morti della burocrazia politica: venti imprese, 136 posti di lavoro, l’orchestra dei Quartieri Spagnoli che è ormai diventata una realtà e si è dotata di un suo nuovo spazio poco distante di qui, in una scuola di via Pasquale Scura. Tutto qui, la speranza può attecchire, quando prende forma scaccia i cattivi pensieri e si sposa perfettamente con il titolo dell’opera di Paladino che è “Oltre il conto”, cioè oltre le barriere dell’arte manierata. Verso l’autosufficienza garantita dal lavoro. Ne è convinto anche Giuseppe Gaeta, il presidente dell’Accademia di Belle Arti che qui è presente con i 500 studenti che frequentano i corsi di graphic-design e di moda. «Qui si fa scuola e si difende il territorio».

ilnapolista © riproduzione riservata