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Il paradosso Empoli: gioco ricercato e di possesso, ma due soli gol segnati

La squadra di Martusciello, erede di Sarri e Giampaolo, ha delle buonissime statistiche per possesso palla e subisce poco, ma è drammaticamente povera nella fase di conclusione del gioco.

Il paradosso Empoli: gioco ricercato e di possesso, ma due soli gol segnati
Gli stemmi dell’Empoli

L’Empoli in serie A è una strana bestia. Sostanzialmente, all’inizio di ogni stagione, li si dà sempre per spacciati, salvo poi scoprire che invece lavorano sodo, giocando bene e alla fine meritando di confermare la categoria. E’ successo due anni fa quando c’era Sarri e l’anno scorso con Giampaolo. Nonostante entrambe le volte fossero partiti maluccio: alla nona giornata, 7 punti con Sarri e 10 con Giampaolo (che poi a metà campionato ha flirtato addirittura per alcune giornate con le zone nobili della classifica). Da questo punto di vista, i 6 punti conquistati dalla squadra di Martusciello non sembrerebbero nemmeno un dato troppo preoccupante. Qualcosa, però, è innegabilmente cambiato.

Non il modulo, di certo. Il 4-3-1-2 introdotto da Sarri ai tempi della B è ormai una sorta di marchio di fabbrica dei toscani. Lo ha mantenuto Giampaolo e così ha fatto Martusciello. Sono cambiati, eccome, gli uomini. Se pure gli automatismi da seguire restano gli stessi, si perde, inevitabilmente, qualcosa nell’esecuzione, se nel corso del tempo ti trovi a dover sostituire prima Rugani, Hysaj, Valdifiori, Vecino, Laxalt e Verdi e poi, l’anno successivo, anche Tonelli, Mario Rui, Zielinski e Paredes. Non è roba da poco, in effetti. A ben vedere, è quantomeno curioso che quello che sembrava (e probabilmente era, ed è) il talento più fulgido di quelli apparsi negli ultimi tempi al “Castellani” sia praticamente l’unico a non aver ancora spiccato il volo. Non soltanto fisicamente verso altri lidi, ma anche dal punto di vista della narrazione calcistica. Parliamo ovviamente di Saponara, ma questa è un’altra storia e finiremmo per divagare.

Eppure, analizzando i dati, è una squadra che non ha snaturato la filosofia acquisita in questi anni. Per qualcuno che si trova al penultimo posto in coabitazione, è notevole avere una percentuale media di possesso palla del 53% (meglio solamente Napoli, Fiorentina, Inter, Roma e Juventus) e un’accuratezza di passaggi media dell’81,3% (ottavo dato in Serie A). Indici evidenti di una compagine che non specula ma prova a giocare il pallone e ci riesce pure discretamente. Il problema non è nemmeno quello della solidità complessiva: i tiri subiti a gara sono 13,2 (noni in questa speciale graduatoria, anche meglio di Fiorentina, Roma, Torino e Milan, per dire). Con la Juve, Martusciello e i suoi riuscirono a resistere per più di due terzi di gara prima di crollare. E i gol subiti in effetti sono 11, nemmeno tantissimi visto che meglio hanno fatto solo 6 squadre. Nemmeno si può dire che sia una squadra poco “cattiva”, essendo settima per falli commessi.

Il problema principale dell’Empoli, con tutta evidenza, è quello del gol.

Soltanto due gol segnati in 9 partite, oltretutto entrambi nella gara contro il Crotone ed entrambi realizzati dai difensori centrali su azione da calcio piazzato. Da lì, sei partite di fila senza gonfiare la rete avversaria. Che diventa questione abbastanza complicata se concludi verso la porta soltanto 8 volte a partita ed eccetto il Palermo sei la squadra che lo ha fatto meno in campionato. La difficoltà aumenta considerando che gli empolesi sono i più carenti quanto a produzione di potenziali occasioni, essendo ultimi nel torneo per passaggi chiave: solo 5,8 a partita. Troppo poco. La pochezza offensiva empolese si evince per esempio anche dal fatto che, con quasi 60 minuti di superiorità numerica a disposizione contro il Genoa, i tiri verso la porta furono due in tutta la partita.

Guai, però, a sottovalutare gli azzurri di Martusciello. Parliamo comunque di una squadra che ha fermato sul pari a reti bianche il secondo miglior attacco del torneo (il Torino) e due ottime  squadre come Genoa e Chievo. Una formazione dunque come dicevamo piuttosto solida, che riesce a tenere anche un baricentro piuttosto alto.

Empoli

Il baricentro medio tenuto dall’Empoli contro Juventus e Inter. Partite perse ma affrontate con buona personalità, voglia di giocare il pallone e soprattutto tanta densità in mezzo.

E’ abbastanza semplice intuire che ad Empoli conoscono il modo di lavorare e di giocare di Sarri, e, anche per averlo fatto proprio, proveranno a contrastare l’ex tecnico con le sue stesse armi. Per vincere, servirà tenere le giuste distanze tra i reparti in fase passiva e/o di pressione alta. Perché va bene la sterilità offensiva, ma meglio non lasciare spazi, specie a uno che sa muoversi tra le linee come Saponara e ci ha fatto già molto male in passato. Allo stesso modo, sarà importante riuscire a trovare un uomo smarcato alle spalle del centrocampo avversario (sarebbe il lavoro perfetto per Hamsik, giocasse dall’inizio) e muovere bene la palla in ampiezza cercando di sfruttare tutto il campo, evitando l’imbuto centrale. Sarà compito delle punte scambiarsi efficacemente la palla senza essere eccessivamente vicine e giocare in buona alternanza corto/lungo, come già avvenuto a Crotone.

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