
“Napoli stanca”, diciassette scrittori raccontano la città nascosta
di - Una raccolta di racconti che hanno come tema conduttore Napoli, curata da Mirella Armiero, per la casa editrice Solferino

di - Una raccolta di racconti che hanno come tema conduttore Napoli, curata da Mirella Armiero, per la casa editrice Solferino

Al CorSera: «L’avrei voluto per L’uomo che guarda. La segretaria era molto divertita: “L’Avvocato la ringrazia, ma è troppo impegnato”».

A La Repubblica: «Tutte le separazioni sono dolorose. Eravamo ragazzi. E tra di noi c’era un top player. Massimo voleva indagare il rapporto di coppia, l’amore».

Al CorSera: «È un gran borbottone. E se non ha tutte le sue cose a posto tira qualche bestemmia. È diretto e non porta rancore. Ed è generoso».

A La Verità: «I detenuti sapevano che non c’entrava nulla e cercavano di alleviargli la pena. Facevano la gara per rifargli il letto».

Al CorSera: «Samarcanda l’ho scritta tra Milano e Bologna in macchina. Uno davanti a me frena all’improvviso: gli urlo “Oh, coglione!”, è diventato “Oh cavallo”».

Il musicista e produttore Alberto Marozzi a Il Fatto: «I suoi ex compagni gli hanno rotto le palle fino a quando non è tornato a suonare con loro».

A Sette: «Dopo Bianco, rosso e Verdone non mi chiamava più nessuno. Pensavano che dopo tutti quei personaggi non potevo fare nient’altro».

A La Repubblica: «Di Domenica bestiale a un certo punto non ne potevo più. Gino Paoli mi disse: “Finirai per odiarla, dovrai cantarla per tutta la vita».

Il Corsera lo intervista per i suoi ottant'anni: «Raddoppiai le copie del Giornale e Berlusconi mi cedette il 7% dell'azienda, mi ha fatto diventare ricco»

Torna in Italia il festival internazionale ideato da Antonio Monda e Davide Azzolini. Si inizia a Roma il 20 giugno, dal 25 il festival sbarca a Capri fino al 2 luglio

di - «Perciò l’Europa ha reagito come parte lesa. Abbiamo accettato di entrare in un’economia di guerra. È guerra che coinvolge gli assetti, le alleanze».

Al Messaggero: «Alla mia carriera non manca niente. Ho avuto la vita che volevo. Pienamente vissuta. Rifarei tutto daccapo esattamente così».

La Stampa intervista il suo grande amico, Giovanni Veronesi. «Ha messo il naso nelle sue paure senza il sostegno di un terapeuta».

Repubblica: nell'ultimo cinquantennio non c'è stato un giorno in cui il suo nome non sia stato evocato, in tv, sui giornali, in Parlamento, nei bar, allo stadio

Al Fatto: «si definiva chiatto e mezzo cieco, eravamo in classe insieme. Poi non ci siamo parlati per trent'anni, facemmo pace grazie a James Senese»

di - Arriva anche in Italia del grande scrittore francese: si legge un capoverso alla volta questo breve testo, perché ti costringe a riflettere

Al CorSera: «Il vocione comparve a 14 anni. Quando dissi a mio padre elettricista che volevo cantare rispose: “Mi prenderà in giro tutto il paese”».

Fino al 30 giugno alla Fondazione Morra Greco. L'esposizione prende spunto dalla vittoria sportiva per interpretare il gol come metafora nella vita e nell'arte

A Repubblica racconta degli inizi a Roma: «Se fossi nata con un film erotico sarei stata etichettata per sempre. E mangiavo tramezzini, per dire, avevo anche bisogno».