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Massimo Ranieri: «Napoli è una grande mamma, ti ama e ti abbraccia, ma a volte un po’ ti soffoca»

Al Messaggero: «Io sono andato via che ero un ragazzino. Cercavo altro, volevo scoprire la vita. Però Napoli ti sorride sempre. Ed è quello che ti fa tornare».

Massimo Ranieri: «Napoli è una grande mamma, ti ama e ti abbraccia, ma a volte un po’ ti soffoca»
Sanremo (Im) 04-08/02/2020 - 70° Festival di Sanremo / foto Pamela Rovaris/Image nella foto: Massimo Ranieri

«Napoli è una grande mamma, ti ama e ti abbraccia, ma a volte un po’ ti soffoca». Lo dice Massimo Ranieri in un’intervista rilasciata a Il Messaggero. Nel novembre 2021 Ranieri ha pubblicato “Tutti i sogni ancora in volo”, la sua seconda autobiografia (la prima, del 2007, si intitolava “Mia madre non voleva”), un successo che un anno dopo è diventato un disco, poi un tour, e adesso uno show che andrà in onda su Rai 1 il 26 maggio e il 2 giugno.

Porta la sua vita in tv? Ranieri:

«Sì, senza vergogna. Voglio che il mio pubblico lo sappia: a 72 anni sono pieno di cicatrici e non mi imbarazza farlo sapere. Non sono un robot né un alieno. Come tutti, anch’io conosco la sofferenza».

Chi le ha fatto più male? Ranieri:

«Le donne, e quasi sempre è successo per colpa mia. Scrivendo il libro mi sono liberato, e in un certo senso anche divertito, a dire cosa sono state loro per me, e quante volte mi hanno ferito e mollato. Perché ho sempre messo davanti a tutto l’amore per il mio misterioso e affascinante lavoro, che da una vita mi spinge fuori casa a dare tutto».

Che partita sta giocando adesso? Ranieri:

«Rilancio e dico che è quella del cuore. Sono a una svolta: è arrivato il momento di piantare le tende e vivere pienamente l’amore di una donna. La solitudine può essere anche bella, questo lo so, ma in due si sta meglio. Vedere un film insieme, fare una passeggiata, mangiare fuori casa… questo voglio. Prima stavo costruendo la carriera, ma adesso che cosa devo fare? Ho recitato con Strehler, ho vinto Sanremo, ho diretto opere liriche…».

A Ranieri viene chiesto se per caso sta pensando di ritirarsi. Risponde:

«No, quello mai. Però posso rallentare e vivere meglio. Invece di fare centoventi serate l’anno, posso farne sessanta. Chi dovevo aiutare e sistemare, ora è a posto. Come il grande Charles Aznavour, che ogni mese mandava a sue spese una famiglia armena – residente all’estero – in vacanza in Armenia, non voglio essere il più ricco del cimitero. Sto bene, gli sfizi me li sono tolti. Ora voglio una vita più tranquilla ed equilibrata, che la solitudine non può darmi. Gli amici sono importanti, ma l’amore lo è di più».

Il 6 maggio 2022 è caduto dal palco del Diana di Napoli e si è rotto quattro costole e si è lesionato la spalla destra.

«Credo in Dio e sono convinto che mi abbia voluto dire: fermati, stai andando a 300 all’ora e puoi andare massimo a 250. Bene, l’ho capito e voglio rallentare».

Ed ecco la domanda su Napoli. Perché alla fine tutti i grandi di Napoli – da Eduardo a Pino Daniele, da Totò a lei – l’amano, l’esaltano, ma poi vanno sempre a vivere altrove? Ranieri risponde:

«Napoli è una grande mamma, difficile che ti faccia andar via. Io l’ho fatto che ero un ragazzino. Cercavo altro, volevo scoprire la vita. Però è vero che Napoli ti ama e ti abbraccia, ma a volte un po’ ti soffoca. Tutto qui. Però a Napoli ti sorride sempre. Ed è quello che ti fa tornare».

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