Nasce a Roma il laboratorio antidoping per le Olimpiadi: sarà il più tecnologico e competitivo del mondo
Ne parla il Corsera: "Durante le Olimpiadi di Milano-Cortina, qui confluiranno almeno 4.000 provette. Più all'avanguardia di Losanna"

A Roma prende forma un vero “miracolo olimpico”: il nuovo laboratorio antidoping della Federazione Medico Sportiva, una struttura hi-tech unica al mondo che diventerà il cuore dei controlli sui 4.000 campioni attesi durante i Giochi invernali di Milano-Cortina. Un trasferimento record, completato in appena un anno. Ne parla Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera.
Ecco il nuovissimo laboratorio anti-doping: i dettagli
Si legge sul Corriere della Sera:
“Il vero miracolo olimpico italiano si trova a 705 chilometri dal budello del ghiaccio di Cortina e a 594 dallo stadio di San Siro, dove il 6 febbraio scatteranno i Giochi 2026. Incastrato tra il Grande Raccordo Anulare e il quartiere popolare di Torre Maura, oggi a Roma viene inaugurato il nuovo laboratorio antidoping della Federazione Medico Sportiva (Fmsi), il più tecnologico e competitivo del pianeta.”
“Il miracolo è aver trasferito in un solo anno, alla periferia est di Roma – in un gigantesco parallelepipedo di vetro e metallo abbandonato da 35 anni – il glorioso centro dell’Acqua Acetosa con una sintonia virtuosa tra chi ci lavora, la Fmsi presieduta da Maurizio Casasco, Sport e Salute e il ministero dello Sport, concentrando in tremila metri quadrati una tecnologia e un sapere che tutti ci invidiano. A Parigi, a Losanna, a Colonia o negli altri 27 laboratori Wada non sono in grado di fare quello che si farà qui: ricercare tutte le possibili sostanze dopanti (anche quelle ancora non codificate), con ogni metodo validato e senza ricorrere a strutture esterne.”
Le funzionalità del centro antidoping
“Quando un campione di urine o sangue risulta positivo a una delle 750 sostanze proibite, l’area di controanalisi viene subito isolata da porte scorrevoli per evitare ogni possibile contaminazione (e contestazione). In ciascuno dei sei piani, una catena di ricerca diversa: dagli stimolanti agli steroidi, dall’eritropoietina all’area in cui – con un microscopio a forza atomica – si studia la morfologia dei globuli rossi per beccare le autotrasfusioni; a quella dove si smaschera il doping genetico; allo spazio per chi redige i passaporti biologici.”
“All’opera trentacinque tra biologi, chimici, farmacologi, biotecnologi e ufficiali di collegamento strappati a stipendi più lucrosi per amore dell’etica sportiva, a cui, in un’area separata, si aggiungono borsisti, ricercatori e tesisti, forza lavoro del futuro”











