Davvero Cahill lascerà Sinner? In fondo nessuno ci crede veramente, sullo sfondo c’è Ljubicic

Le Atp Finals di Torino rappresentano l'ultimo atto della collaborazione tra Sinner e l'allenatore australiano. Tanti i nomi che circolano. Anche quello di Agassi (Quotidiano Nazionale)

Vagnozzi

Italy's Jannik Sinner's Australian coach Darren Cahill (L) and Italian coach Simone Vagnozzi (R) watch him play against Russia's Daniil Medvedev during their men's quarterfinals match on day ten of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 4, 2024. (Photo by Kena Betancur / AFP)

Che succede se l’allievo di 24 anni rimprovera il maestro di 60? Ordinari fatti di campo al Masters 1000 di Parigi. Se lo chiede il Quotidiano Nazionale in un articolo a firma di Gabriele Tassi nel quale ipotizza il futuro di Sinner con o senza Cahir che aveva annunciato ad inizio 2025 che sarebbe stato l’ultimo anno in cui avrebbe affiancato il numero uno al mondo alla guida tecnica.

Il rapporto Sinner-Cahir

La scena di Sinner che invita il suo box ad alzarsi dopo un punto importante con Zverev ha fatto il giro del mondo e dice tanto del rapporto fra l’azzurro e Darren Cahill. Sì, uno dei due uomini dietro il campione (l’altro è chiaramente Simone Vagnozzi), capace di raccogliere l’eredità lasciata da Riccardo Piatti, precedente allenatore dell’italiano.

Ma ora che il coach superstar australiano si è un po’ stancato di girare il mondo tutte le settimane all’anno, c’è da chiedersi come cambierà Jannik. Perché star dietro a un ragazzo di 24 anni – seppur di grande rigore come l’altoatesino – non è facile: la vita è logorante. Sinner lo ha detto più volte: «Proverò a convincerlo a restare».

In attesa dell’ultimo atto, le Atp Finals, nessuno scioglie le riserve sul futuro della squadra, che potrebbe anche restare uguale agli Australian Open. Anzi, si è parlato di una possibile “collaborazione a distanza con Cahill”. In ogni caso prima o poi qualcuno bisognerà trovare: “Vagnozzi deve avere la possibilità di riposare”, ha detto qualche giorno fa lo stesso Sinner da bravo ed esperto datore di lavoro.

I nomi per un successore di Cahir

Tanti i nomi fatti in questi mesi sul possibile nuovo compagno del tecnico marchigiano. Più recentemente era filtrata qualche voce su contatti con Carlos Moya, ex giocatore di grande livello e allenatore di Rafa Nadal nell’ultima parte di carriera, dal 2016 al 2024. Voce anticipata dalla stampa russa, però smentita rapidamente dallo stesso Carlos ed etichettata come «fake news».

E poi c’è quello che pare il candidato perfetto, Ivan Ljubicic. Il croato ha riportato Federer alla vittoria Slam e al numero 1, insomma è abituato ai grandi. Poi riservatezza, equilibrio nel carattere e l’apparente calma potrebbero combaciare benissimo con lo spirito dell’azzurro. Lo stesso Ljubo, su queste pagine, non aveva chiuso la porta alla domanda “se Sinner la chiamasse?”. “Non so se ci sarà mai una proposta. Sicuramente se arriva la chiamata di un giocatore del genere, è giusto pensarci”.

Restando nelle suggestioni, si era parlato anche dell’amico e conterraneo Andreas Seppi, oppure di Andre Agassi. Mentre Boris Becker ha confessato in un’intervista (al Corsera): «Mi aveva chiesto di allenarlo – ha spiegato Becker, riferendosi al 2022, quando ancora Sinner era con Piatti –. Ma aspettavo la sentenza di Londra. Gli dissi: non so come finirà, non posso prendermi l’impegno. Però non volevo lasciarlo solo: gli suggerii due nomi, uno era Darren Cahill. Per me, il migliore».

Il cerchio si chiude proprio lì: nel passaggio di testimone ideale fra grandi maestri. Perché Jannik Sinner non cerca solo un allenatore, ma qualcuno capace di guardare dove lui non guarda, di leggere prima la prossima mossa. E in questo, Cahill – con la sua calma australiana e l’occhio da surfista esperto del tennis – resta ancora il punto di riferimento.

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