De Zerbi perdona Rabiot: «Non sono l’unica persona a decidere. Ma Adrien è una persona buona»

Il tecnico del Marsiglia: «Anche se ha commesso un errore, spero che ci sia la possibilità di risolvere»

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Brighton's Italian head coach Roberto De Zerbi reacts ahead of the English Premier League football match between Brighton and Hove Albion and Crystal Palace at the American Express Community Stadium in Brighton, southern England on March 15, 2023. (Photo by ADRIAN DENNIS / AFP) /

Adrian Rabiot è passato in poche ore dall’essere un uomo chiave del Marsiglia all’essere una figura sgradita all’interno dello spogliatoio francese. La ragione risiede nella rissa avvenuta col compagno di squadra Jonathan Rowe, a margine della sconfitta a Rennes nella prima giornata di Ligue 1. Entrambi sono finiti sul mercato, ma l’ex Juventus non ci sta.

Attraverso i social Fabrizio Romano ha riportato alcune dichiarazioni dell’allenatore del Marsiglia, Roberto De Zerbi, alla luce del provvedimento preso dalla società dopo la rissa con un compagno di squadra:

«Nonostante quello che è successo, spero che si possa risolvere la situazione con Adrien Rabiot. Anche se ha commesso un errore, spero che ci sia la possibilità di rimettere insieme le cose, che le cose tornino a posto».

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Dopo la dell’OM contro il Paris FC, l’allenatore Roberto De Zerbi ha teso la mano a Rabiot: «Per quanto riguarda Rabiot, non ho ancora parlato con Pablo e Medhi ma la speranza che ho, e non è solo in relazione al valore del giocatore ma rispetto alla persona che è. Anche se ha commesso un errore, spero che ci sia la possibilità di ricomporre la cosa, che le cose si riprendano». Questa dichiarazione lascia quindi intravedere che un pacificamento potrebbe essere possibile, nonostante la gravità dell’incidente.

Sul caso Rabiot, l’allenatore continua: «Non sono qualcuno che sbatte le porte in faccia. Non sono l’unica persona a decidere, il club passa prima dell’allenatore. Ma Adrien è una persona buona. Gli ho dato un consiglio, spero che lo segua e che mi segua. Penso di essere anche una trava persona, cerco di allungare la mano. Non metto mai una croce sulle persone. Se posso aiutare a risolvere questo problema, sono pronto a tutto. Non per il giocatore ma per la persona che è. Penso che sia importante, per il bene di tutti, non solo calcistico ma anche umano»

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