De Bruyne ha ancora voglia di rilanciarsi, la Serie A è ormai inferiore alla Premier solo per i guadagni (Repubblica)
La crisi del calcio inglese sta convincendo giocatori e procuratori a non considerare più l’Italia "inferiore". Da Ronaldo in poi, è cambiata la percezione del campionato italiano.

Manchester (Inghilterra) 26/04/2022 - Champions League / Manchester City-Real Madrid / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Kevin De Bruyne ONLY ITALY
Kevin De Bruyne, ma non solo. La Serie A è diventata un campionato di rilancio o di crescita, non visto più come qualcosa di inferiore rispetto alla Premier League.
De Bruyne ha ancora voglia di rilanciarsi, la Serie A è ormai inferiore alla Premier solo per i guadagni
Scrive Maurizio Crosetti su Repubblica:
Kevin De Bruyne non è ancora un campione in infradito (categoria peraltro incompatibile con chiunque sia allenato da Antonio Conte), ma un’anima in cerca di vero riscatto. Il belga non pare proprio materiale dismesso, e resta uno dei più grandi talenti che il calcio europeo abbia espresso negli ultimi vent’anni. Lui di anni ne ha 34, non un’età da pensione. Un altro che arriva dalla Premier League: stiamo forse diventando lo stabilimento termale dei britannici? Basti pensare al successo italiano di Scott McTominay per capire che così non è. Numerosi indizi non fanno una prova, non ancora, ma indicano una tendenza. Tra chi ha già varcato la Manica, appunto De Bruyne, e chi potrebbe farlo presto, da Sancho a Hojlund, da Ferguson a Nkunku, la colonia inglese ci dice che ora la Serie A viene vista come un luogo di possibile crescita o rinascita: un territorio meno complesso della Premier dal punto di vista tecnico e atletico, ma più elaborato per quanto riguarda le tattiche. Inferiori sono pure i guadagni, ma la crisi sempre più profonda del calcio inglese sta convincendo giocatori e procuratori a non considerare più l’Italia come qualcosa di inferiore.
La parabola dell’interista Mkhitaryan spiega come un campione giudicato al passo d’addio abbia saputo, proprio nella vituperata Italia che non sa più andare ai Mondiali, raggiungere addirittura un paio di finali di Champions. Un altro possibile nonno del calcio, l’inesauribile Pedro, ha di fatto deciso l’ultimo campionato. Ma nonostante qualche dubbio e qualche legittimo sospetto verso chi sta quasi raggiungendo i quarant’anni e ancora gioca, è comunque positivo che l’Italia torni a essere un luogo di approdo e non soltanto di partenze. Per anni, qui non era più arrivato nessun campione di autentico spessore. Da Cristiano Ronaldo in poi, e forse grazie un po’ anche a lui, la percezione della Serie A nel resto del mondo ha smesso di essere umiliante o del tutto periferica. Il nostro ritorno di appeal non riguarda solo la Premier: neppure Luka Modric sembra diventato un fenomeno da spiaggia adriatica, nonostante i 40 anni a settembre.