Binaghi: «Potrei anche chiudere quest’esperienza, se non mi chiedono di vincere non sono capace»
Il presidente della Federtennis: «Non conosco altri sistemi nell'interpretare il mandato che mi hanno dato le mie società, che è quello di continuare a valorizzare quello che gestisco. Le Finals 2026? Speriamo di risolvere velocemente i problemi».

Dc Roma 29/01/2025 - Il Presidente della Repubblica incontra la Federazione Italiana Tennis / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Angelo Binaghi
Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, presentando l’edizione 2025 dell’Atp di Torino, ha commentato il tentativo del ministero di entrare nella gestione, dicendosi persino disposto a farsi da parte.
Binaghi: «Potrei anche chiudere quest’esperienza di 25 anni, se non mi chiedono di vincere non sono capace»
Le dichiarazioni di Binaghi riportate da Repubblica:
«Abbiamo il dovere di applicare le leggi e di guardare con fiducia a una soluzione. Ma queste leggi sono incompatibili con i contratti in essere e già stipulati».
«Laddove fosse necessario leverei il disturbo immediatamente, mi sembra il momento migliore per chiudere questa esperienza venticinquennale. Io non conosco altri sistemi nell’interpretare il mandato che mi hanno dato le mie società, che è quello di continuare a valorizzare quello che gestisco. Io voglio vincere. Se mi chiedono di perdere o di pareggiare non sono capace, bisogna che lo faccia un altro».
Sulle Finals ha dichiarato:
«Le Finals saranno a Torino anche nel 2026. Sono stato autorizzato a dirlo dall’Atp. Ci sono una serie di problemi che è quasi normale accadano, di cui è giusto io mi faccia carico. Speriamo di risolverli velocemente, in modo tale da poter continuare a far sognare gli italiani anche nel medio lungo periodo. Da parte nostra c’è disponibilità per cominciare a tenerle in Italia, che non è banale. Poi affronteremo tutti gli altri problemi. Il miracolo delle Finals è dato da due fattori concomitanti, il sistema Torino, che ha funzionato in tutto e per tutto, come mai a noi è successo in venticinque anni in nessun’altra parte d’Italia, e la piena sintonia organizzativa, grazie anche a un modello di riferimento previsto nella legge, che ha definito in modo straordinariamente perfetto gli ambiti di gestione e ha creato una macchina perfetta che ha dato il miglior risultato possibile. Credo che ci voglia molta presunzione per dire oggi che si sarebbero potuti raggiungere risultati superiori a quelli che abbiamo dimostrato».