Il Governo combatte il pezzotto sportivo, ma quelli che piratano i film sono il doppio

La ricerca Ipsos: il 38% degli adulti italiani lo ha usato almeno una volta nel 2024, lo sport vale il 15%, il cinema il 29%. E dei 15 milioni clienti del vero "pezzotto" la metà non lo considera reato

pezzotto

Dici pezzotto, e sotto quel cappello metti un sacco di cose diverse. Ma nel 2024 la pirateria digitale si conferma la principale modalità di fruizione di contenuti audiovisivi e sportivi, secondo l’ultima edizione dello studio Fapav/Ipsos presentato in occasione degli “Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra Legalità, Sicurezza e Intelligenza Artificiale”.

Il 38% degli adulti italiani, secondo i dati Ipsos, ha commesso nel 2024 almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film (29%); serie/fiction (23%); programmi (22%) e sport live (15%), dati sostanzialmente rimasti stabili rispetto al 2023. In totale si stimano nel 2024 circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti, l’8% in meno rispetto all’anno precedente e ben il 56% in meno rispetto al 2016, primo anno della rilevazione. La pirateria sportiva, oggi praticata dal 15% della popolazione adulta, vede nel calcio il contenuto più rappresentativo, seguito da F1, Tennis e MotoGp.

Con l’entrata in vigore della nuova legge antipirateria, e di Piracy Shield, il governo sta combattendo una battaglia contro il “pezzotto” più propriamente inteso, quello sportivo a pagamento, degna di ben altri sforzi. Ma come si vede, il cinema piratato vale il doppio in termini di pirateria: il danno economico stimato è di circa 530 milioni di euro. Per lo sport è di 350 milioni.

I numeri del pezzotto

Secondo la ricerca gli attuali “pirati” hanno un comportamento molto dinamico: sfruttano quante più modalità possibili per fruire in modo illecito dei contenuti spaziando tra le Iptv illegali (22%); lo streaming (18%); il download/peer-to-peer (15%); i social network (13%); le App di messaggistica istantanea (10%). Chi nel 2024 ha utilizzato almeno una volta servizi Iptv illeciti (circa 15 milioni), ossia servizi non ufficiali a pagamento che permettono l’accesso illecito a contenuti disponibili solo su servizi pay, è consapevole del fatto che questa condotta può generare un danno a economia e società (70%) ma il 45% tende a non considerarlo come un reato.

Hanno fatto anche l’identikit del pirata: sono più concentrati tra gli under 35 (39%), sono prevalentemente occupati (60%) e possiedono un livello di istruzione più alto rispetto alla popolazione italiana (21% di laureati) e sono geograficamente più concentrati nel sud del paese e nelle isole (40%).

Tra i giovanissimi (10-14 anni) invece ha sempre meno appeal: nel 2024 gli adolescenti che hanno compiuto almeno un atto di pirateria sono stati sì circa il 40%, ma con un calo del 14% del numero di atti illeciti commessi rispetto al 2023 facendo registrare un totale di 17,7 milioni di atti complessivamente compiuti.

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