Osimhen il 15 luglio potrebbe presentarsi a Dimaro (Gazzetta)
Ci sono 75 milioni di buoni motivi per mettersi una maschera e recitare con un filino d’ipocrisia sulle guance

Mp Empoli 20/04/2024 - campionato di calcio serie A / Empoli-Napoli / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Victor Osimhen
Osimhen il 15 luglio potrebbe presentarsi a Dimaro (Gazzetta)
Osimhen è il problema del Napoli, per la seconda estate consecutiva. Che faranno con Victor? Che è un tesserato del Napoli, non è voluto andare in Arabia Saudita e ora il suo prestito col Galatasaray è in scadenza.
Scrive la Gazzetta con Antonio Giordano:
qui si fanno prigionieri a questo punto: lo è il Napoli, consapevole che bisognerà liberarsi di questo ingombrante e ammaliante centravanti, perché un “bagno” di 75 milioni non è consentito neppure al più spregiudicato tycoon; ma lo è VO9 al quale qualcuno del suo sterminato entourage avrà ricordato che il 15 luglio, in assenza di operazioni definitive dovrà presentarsi a Dimaro-Folgarida da Antonio Conte, a meno che non invii un certificato medico. A Riad non disperano e tenteranno ancora.
Osimhen, un compromesso d’ipocrisia per salvare 75 milioni
E il Napoli, che apparentemente incurante fa da sé, abbraccia De Bruyne, sceglie vari percorsi alternativi, ha una indipendenza che non vacilla e che però va comunque tutelata, perché cà nisciuno è fesso. Osi piace alle squadre che piacciono: il Chelsea, eh sì, dove lo vorrebbe Obi Mikel (settembre 2024: «per poco non si è chiuso; se dovessimo riprendere la trattativa, so esattamente da dove dobbiamo ripartire…»); o l’Arsenal o il Manchester United, quindi la Premier che l’ha conquistato; o magari il Psg, che ha una sua aura. Dal calesse in qualche modo si scende, senza che resti un filo d’amore.
Il re (praticamente un ex) Victor Osimhen ormai è nudo e però con quelle sue smargiassate che hanno rotto gli equilibri e pure quella fusione fatata, il Napoli e De Laurentiis dovranno continuare a conviverci in un limbo in cui il compromesso diventerà arte. Ci sono 75 milioni di buoni motivi per mettersi una maschera e recitare con un filino d’ipocrisia sulle guance.