Marotta il serial-loser delle finali Champions, anche in Spagna se ne sono accorti

Il Mundo Deportivo ricorda che ha perso quattro finali di Champions su quattro da dirigente, due con la Juventus e due con l’Inter

Inter Marotta

Mp Pisa 02/08/2024 - amichevole / Pisa-Inter / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

La Champions League è spesso il palcoscenico in cui si consacrano i grandi; ma per Giuseppe Marotta, una delle figure dirigenziali più influenti del calcio italiano moderno (anche se ultimamente sa prendendo schiaffi su schiaffi), il massimo trofeo europeo si è trasformato in una maledizione. In quattro finali – due con la Juventus e due con l’Inter – il risultato è sempre stato lo stesso: la sconfitta. E ogni volta, con lui in cabina di comando.

Secondo quanto riportato da Mundo Deportivo:

Nel 2015 il Barcellona di Luis Enrique ha vinto la finale di Champions League, battendo la Juventus per 3-1. Nel 2017 è stato il Real Madrid a spuntarla, battendo sempre la Juventus per 4-1. Nel 2023 il Manchester City vinse la sua prima e unica Champions League, battendo l’Inter per 1-0, grazie a un gol di Rodrigo. Anche il PSG nel 2025 ha vinto la sua prima Champions League a spese dell’Inter. Una vittoria per 5-0 che rimarrà per sempre, ancora una volta con Luis Enrique in panchina. Cosa hanno in comune queste quattro finali? Beh, il principale responsabile della squadra perdente è sempre lo stesso. È il leggendario Beppe Marotta , che in Italia è ormai considerato il Pepe Vélez di casa, un famigerato iella capace di perdere quattro finali consecutive con due club diversi. La cosa curiosa è che Marotta , 68 anni, è ora presidente e amministratore delegato dell’Inter dopo essere stato direttore sportivo della Juventus.

Marotta sulle difficoltà dell’Inter: «Siamo forti, non ci spaventa proprio niente»

Presente ai funerali dell’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini, il presidente nerazzurro Giuseppe Marotta, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky Sport: «non ci spaventa proprio niente».  Giuseppe Marotta esordisce mostrandosi fiducioso sul futuro della squadra, anche dopo il vuoto lasciato dall’addio di Inzaghi e dal rifiuto del Como su Fabregas.

«Siamo un’Inter forte. Sapremo superare anche questo momento imprevisto e di difficoltà ma che non ci spaventa. Lavoriamo per il bene dell’Inter e lo faremo con la passione, la determinazione e il senso di appartenenza che abbiamo sempre dimostrato in questi anni». Poi aggiunge: «Noi siamo l’Inter: lavoriamo per il bene del club e lo faremo con la passione, la determinazione e il senso di appartenenza che abbiamo sempre dimostrato in questi anni».

Il ricordo di Pellegrini.
«Grande imprenditore e grande uomo, che ha gestito l’Inter come una famiglia in un calcio romantico rispetto a quello di oggi, con grande determinazione. Ma va ricordato soprattutto l’uomo, un uomo che si è sempre rivolto verso il prossimo e verso i più deboli con aiuti morali e materiali. La sua umiltà e generosità, il fatto di saper ascoltare, sono qualità di un leader e capo d’impresa com’era lui. Sono valori che dobbiamo portarci sempre dentro. Lui è un membro autorevole della Milano civile».

Il rapporto tra di voi è andato avanti negli anni.
«L’ho definito un amico perché quando ero direttore sportivo al Varese mi chiamò perché ero candidato al ruolo nell’Inter; avevo 26 anni, c’era un rapporto di amicizia forte che ci ha legati sempre».

Correlate