La carica di Sinner: «Trasformiamo l’arena in un mare arancione per le semifinali»

Dal suo profilo X l'inviato a comprare i capellini arancioni e a trasformare l'arena dello stesso colore durante le semifinali di domani

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Italy's Jannik Sinner attends a press conference after victory against Russia's Daniil Medvedev in the men's singles final match on day 15 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 29, 2024. (Photo by WILLIAM WEST / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Jannik Sinner conosce già il suo destino alle Finals di Torino. Le semifinali le ha conquistate con largo anticipo, l’azzurro ha battuto in ordine de Minaur, Fritz e Medvedev, vittorie ottenute giocando in modo straordinario con nemmeno un set perso. In semifinale potrebbe incontrare uno tra Zverev, Alcaraz, Casper Ruud e Andrey Rublev. In questo momento stanno giocando il tedesco e lo spagnolo, in serata Ruud-Rublev. Tutti sono in corsa per un posto nelle semifinali che si terranno sabato 16 novembre. La prima sfida si terrà nel primo pomeriggio, alle ore 14, la seconda invece alle ore 20.

Leggi anche: Sinner in semifinale delle Atp Finals grazie al set vinto da de Minaur

Nel frattempo Sinner carica i tifosi su X:

Fermatevi al Nike Store di Torino, prendete il mio cappellino, e trasformiamo l’arena in un mare arancione per le semifinali! Forza, tutti insieme!

Gaudenzi: «Doping Sinner? Il processo è chiaro, tema è complesso e all’esterno può apparire un po’ opaco»

Andrea Gaudenzi, presidente dell’Atp, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport. Tra i temi affrontati da Gaudenzi anche il caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner.

«Noi siamo esterni e indipendenti, rispetto a quando giocavo io è stato esternalizzato il procedimento. Si può migliorare? Tutto si può migliorare, magari il problema è stato in termini di comunicazione. Il processo è chiaro, è complesso il tema e inevitabilmente può apparire per chi legge un po’ opaco, ma il processo è stato gestito bene. Tempi lunghi? Dipende anche dalla controparte. E poi, se dura due settimane non è detto che si arrivi alla verità».

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