Tudor disse: «Lo Strasburgo batterebbe facilmente l’Empoli, la Ligue1 è superiore alla Serie A»

A L'Equipe quando allenava il Marsiglia: «Dal sesto all’ultimo posto in Francia sono più forti. E poi c'è anche più ritmo»

Tudor Napoli De Laurentiis Bargiggia

Marseille's Croatian head coach Igor Tudor looks on during a press conference at Olympique de Marseille football club's training camp in Marseille, southern France, on June 1, 2023. Igor Tudor announced his departure from the club at the end of the season. (Photo by Nicolas TUCAT / AFP)

Il tecnico croato, Tudor, a marzo di quest’anno in una lunga intervista a L’Equipe, ha messo a confronto il campionato italiano con quello francese. Un paragone da cui la Serie A non esce benissimo.

«Qui c’è il Paris Saint-Germain che in Italia non ha equivalenti, perché al momento è superiore all’Inter o alla Juventus. Poi ci sono tre o quattro squadre che, a livello di rosa, possono avere più qualità rispetto ai pari francesi»

La grande differenza, secondo l’ex allenatore del Verona, si vede nella cosiddetta middle-class.

«Dal sesto all’ultimo posto in Francia sono più forti. Se domani si dovesse giocare Empoli-Strasburgo, i francesi vincerebbero con largo margine. Il Reims contro lo Spezia vincerebbe con ampio margine. Quando vai a giocare a Reims vedi tre o quattro giocatori che vorresti portare con te, mentre se sono l’Inter e vado a giocare contro Empoli o Spezia non prendo nessuno. In Italia c’è un gap che in Francia non si trova»

L’allenatore dell’Olympique Marsiglia ha dichiarato:

«L’altra differenza fondamentale è che in Francia c’è molto più ritmo, anche perché la tipologia di giocatori è diversa. In Ligue 1 sono più giovani e fisici. In Italia, l’intensità non ha nulla a che vedere. E se i club inglesi comprano dei giocatori a Lorient e non in Italia vuol dire che qui i giocatori hanno le qualità giuste per integrarsi nel calcio migliore».

LE ACCUSE DI PAYET ALL’EX TECNICO DEL MARSIGLIA

Payet: «Tudor una persona ruvida e brutale, al Marsiglia siamo rimasti scioccati».

Riproponiamo quel che disse Payet a France Football a proposito di Tudor allenatore del Marsiglia.

Tudor ha spesso elogiato pubblicamente il tuo carattere, ma ha anche detto che non sei stato tagliato per il suo stile di gioco. Payet:

«Non lo so. Ho rispettato le sue scelte per tutta la stagione. Eppure, avrebbe potuto usarmi un po’ di più. In ogni caso, lui aveva le sue idee, io non entravo nei suoi piani ma mi sarebbe piaciuto, a volte, se si fosse fidato un po’ di più di me. Ecco dove è stato difficile moralmente. Sono uscito da un sacco di partite frustrato. Sono sempre stato titolare nella mia carriera, non ero abituato a questo, non è stato facile».

Del resto Payet non aveva iniziato benissimo il suo rapporto con Tudor: la scorsa estate aveva avvertito i dirigenti del club dei metodi dell’allenatore italiano e aveva spinto per un cambio di allenatore solo un mese dopo il suo arrivo. Gli viene chiesto se, in quell’occasione, è stato il portavoce del gruppo o se è stata una questione personale.

«No, non sono stato un portavoce del gruppo. Non lo conoscevamo. È vero che nelle prime sessioni e, in particolare, durante lo stage in Inghilterra alla fine di luglio, abbiamo improvvisamente scoperto una persona ruvida e brutale. Nel suo modo di essere, nelle sue parole. Era prepotente. Era completamente diverso ovviamente da Jorge Sampaoli. Siamo rimasti un po’ scioccati. Dopo di che, ogni allenatore arriva con nuove idee, un nuovo modo di giocare, ma non dovrebbe togliere il lato umano. Possiamo parlare tranquillamente senza avere ordini tutto il tempo. E’ stato allora che il gruppo è rimasto sorpreso perché nessuno era abituato a questo. Per quanto mi riguarda, tutti sanno che sono una persona emotiva, quindi non ho più bisogno di avere un rapporto con un allenatore che sia “fratello” o “padre”».

Da allora Tudor è cambiato o è stato ancora più duro? Payet:

«Con il senno di poi è stato molto duro, anche esageratamente duro, all’inizio per segnare il suo territorio, per impostare le cose. Poi è andata un po’ meglio. Non bene, no, ma meglio, è stato un po’ più flessibile». 

 

Correlate