Alesi contro il Gp del Qatar. «Caos assurdo. Colpa di chi ha fatto il restyling del tracciato»
L'ex pilota al Corsera si scaglia contro Hermann Tilke: «Le piste che disegna comportano una serie varia di controindicazioni per chi corre e assiste alle gare»

Db Milano 04/09/2019 - 90 Anni di Emozioni / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jean Alesi
Sulle pagine del Corriere della Sera, l’ex pilota di Formula 1, Jean Alesi spiega l’assurdità del Gran Premio del Qatar e si scaglia contro chi ha disegnato la pista.
Le parole di Alesi
“Si chiama Hermann Tilke, architetto tedesco specializzato nella progettazione di circuiti. Nel corso della sua carriera ha abbinato successo personale a critiche feroci perché spesso le piste che disegna comportano una serie varia di controindicazioni per chi corre e assiste alle gare. Ciò nonostante è stato ingaggiato per il restyling del tracciato in Qatar. Per il quale ha disegnato quei cordoli assurdi che hanno costretto Pirelli e Fia a trasformare un Gp in un caos. Mai visto niente del genere: squadre obbligate a cambiare gomme in continuazione per una gara totalmente indecifrabile, se pensiamo proprio agli spettatori. Mi domando chi sia riuscito a capire qualcosa in una girandola interminabile di pit stop”
Quasi un anno fa in Giappone ci furono attimi di terrore al Gp per un trattore che camminava in contromano sulla pista con la pioggia battente, e le vetture costrette a correre con visibilità quasi nulla e il pericolo incombente di aquaplaning. Le immagini scovate da Sky Sport mostravano la situazione in cui si era trovato Pierre Gasly appena uscito dal pit stop al primo giro del Gp del Giappone, poi interrotto con bandiera rossa. Il pilota francese dell’Alpha Tauri rientrato poi ai box infuriato, protestò apertamente per l’incredibile rischio corso. La Fia si difese con una nota. Secondo la Fia infatti si era già in regime di bandiera rossa, e anzi il pilota francese dell’AlphaTauri non avrebbe rispettato la velocità consentita, e per questo fù investigato a fine gara. “La Safety Car era stata schierata e la gara neutralizzata. L’auto 10, che era danneggiata ed era rimasta ai box dietro la Safety Car, stava procedendo ad alta velocità per raggiungere il gruppo. Mentre le condizioni stavano peggiorando, la bandiera rossa è stata mostrata prima che l’auto 10 passasse sul luogo dell’incidente dove era stata danneggiata nel giro precedente”.
A giugno in una lunga intervista a L’Equipe Alesi aveva raccontato un aneddoto
«A Phoenix nel 1990, con Ayrton appunto. Lo conosci, era una persona mistica, che aveva persino le sue tute, le sue magliette benedette… E poi non si mescolava troppo con gli altri. Ero sulla griglia di partenza, come al solito con la mia maglietta marcata Avignone, e arriva un ragazzo della McLaren e mi dice che ho bisogno di una maglietta ignifuga, che non posso partire così… Quindi corre come un matto alla McLaren, prende la prima maglietta ignifuga che trova e me la riporta. Quando me l’ha data ho visto che aveva il nome di Ayrton sopra… Ho avuto un momento di blocco, ma non ho potuto fare altro che indossarla. Arrivo secondo dietro Ayrton e in sala stampa mi hanno fatto un sacco di domande, mi hanno chiesto “cosa c’era oggi di speciale in te?” e io non sapendo più cosa dire, a un certo punto ho mostrato la maglietta ignifuga che indossavo e ho detto: “Beh, vedi è perché oggi c’erano due Ayrton in pista!”. Mio Dio, non lo avessi mai fatto. Ayrton mi ha dato con uno sguardo nero: “Ma dove l’hai presa? Come ti sei permesso? Non dovresti fare cose del genere…”. Cercai di spiegargli che non avevo avuto troppa scelta, che era stata una cosa improvvisa…».