Marani: «Il Napoli è un esempio. Non devi sempre comprare il più bravo, ma il più giusto»

Il presidente Lega Pro al CorSera: «Ha vinto riducendo le spese. Il gigantismo è il vero male del calcio. L'indebitamento della C è un ventesimo rispetto alla serie A».

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As Roma 09/02/2023 - Assemblea straordinaria elettiva di Lega Pro / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Matteo Marani

Il Corriere della Sera intervista Matteo Marani, eletto presidente della Lega Pro il 9 febbraio scorso. Marani racconta la Serie C.

«Ho trovato passione e coraggio. Un mondo autentico, con eccessi e imperfezioni, ma dinamico, appassionato, reale. Lo specchio del nostro Paese. Da noi ci sono imprenditori che mettono mano al portafoglio solo per passione e per aiutare le realtà in cui vivono».

Che cosa rappresenta la sua Lega? Marani:

«La vera Italia, da Trento e Trieste sino a Catania e Messina: 19 regioni su 20, Manca soltanto la Valle d’Aosta».

Si è appena concluso un campionato appassionante.

«Lecco-Foggia ha fatto registrare più di un milione di ascolti e oltre il 10 per cento di share, superando Palermo-Padova dell’anno scorso. I playoff sono crudeli e bellissimi, un piccolo Mondiale. E il prossimo campionato sarà ancora più competitivo con grandi piazze e grande tradizione».

La crisi economica è un male trasversale. Marani:

«Il gigantismo è il vero male. La sostenibilità la nostra stella cometa, ma dovrebbe esserlo per tutto il movimento.
Spesso la C viene usata come capro espiatorio, ma senza polemizzare ricordo che il nostro indebitamento è un ventesimo rispetto alla serie A. Sono finiti i tempi in cui ogni estate sparivano moltissimi club».

Come ci siete riusciti?

«Dal punto di vista dei controlli e dell’assistenza siamo un esempio. E lo dico senza problemi perché il merito è di chi mi ha preceduto. Il nostro rigore è un’ancora di salvezza. Il calcio ha commesso un grande errore: la sconsiderata corsa ai ricavi quando avrebbe dovuto occuparsi dei costi. Servirebbe, anche nelle grandi società, l’oculatezza che avevano le nostre nonne».

Il Napoli è un esempio.

«Lo è perché ha vinto riducendo le spese. Da noi sono riusciti a farlo la Feralpi con i giovani e il Lecco lavorando
bene. Non devi sempre comprare il più bravo, ma il più giusto e non farti sopraffare dalla competizione».

I programmi in vista della prima stagione completa da presidente?

«Vogliamo far crescere il prodotto e per questo stiamo trattando i diritti tv. E intendo incrementare il dialogo con le altre Leghe. Siamo una risorsa, non un problema. Se non funziona la C, ne risente tutto l’ambiente. Siamo il campionato dei giovani, una riserva per A e B, ma anche per la Nazionale. Abbiamo aumentato del 200 per cento il premio di valorizzazione per chi usa i ragazzi del proprio vivaio. I prestiti, anche per volere della Fifa, sono il passato. E Zola, proprio sui giovani, sta facendo un grande lavoro».

I suoi presidenti litigano come quelli della serie A? Marani:

«Un po’ meno. In Lega Pro c’è grande senso di appartenenza anche nel nome di Franchi. Il pallone del prossimo campionato lo chiameremo Artemio proprio in suo onore».

 

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