La condanna del club nel suo libro: «Sono stata vittima di cyberstalking, insultata, trascinata nel fango durante le partite, mai ricevuto alcun sostegno».

Kheira Hamraoui racconta la sua esperienza al Psg nel suo libro. La Hamraoui descrive il club come disumano e lo accusa in particolare di non averla sostenuta dopo la violenta aggressione di cui è stata vittima il 4 novembre 2021.
«Oltre al trauma che ho subito quella notte, mi sono trovata di fronte alla loro indifferenza, alla loro crudeltà, per non dire a una forma di maltrattamento nei miei confronti. Lo staff non mi parlava più e il Psg aveva un solo obiettivo: che io me ne andassi il prima possibile mentre ero sotto contratto fino a giugno 2023. Mi hanno trattata come un’appestata».
L’Equipe, che racconta le dichiarazioni della Hamroui, ha contattato il Psg per avere la replica del club che però nega di aver escluso la calciatrice dai progetti della squadra o di averla trattata in modo diverso dalle altre.
Secondo la Hamroui, il Psg avrebbe “pressato” il suo agente per trovarle un altro club e avrebbe cercato di mandarla a Parma, che le aveva fatto un’offerta. Il club parigino replica che, avendo la Hamraoui la Coppa del Mondo nel mirino, i dirigenti avevano pensato che fosse meglio per lei avere tempo di giocare altrove e che il direttore sportivo del club le avrebbe presentato solo delle opzioni.
Kheira Hamraoui assicura che il Psg le ha fatto «vivere un inferno».
«Sono stata vittima di cyberstalking, insultata, trascinata nel fango durante le partite, non ho ricevuto alcun sostegno dal mio datore di lavoro che ha sempre taciuto».
Racconta anche un episodio avvenuto all’inizio della stagione, quando il Psg le diede solo una maglietta come attrezzatura per l’allenamento.
«Era inverno, mi rivedo, sempre sola, sotto la pioggia, tremante sul campo, senza giacca o felpa per riscaldarmi».