Il papà di una ginnasta: «la ginnastica prevede un regime alimentare rigoroso, non è un segreto»

Al Giornale: «Meno male che la Maccarani resta. Dall'Accademia di Desio passano in molte, non tutte restano»

Ginnastica ritmica monza ex ginnaste farfalle papà

Rio de Janeiro (Brasile) 21/08/2016 - ginnastica ritmica / Olimpiadi Rio de Janeiro 2016 / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Italia ONLY ITALY

Il Giornale intervista, in forma anonima, il papà di una delle ginnaste della nazionale, una delle Farfalle, insomma. Ieri la direttrice tecnica Emanuela Maccarani è stata fintamente rimossa dalla carica ma continuerà ad allenare la nazionale. In pratica cambia solo la targhetta sulla porta. Questa è stata la decisione del consiglio federale di Federginnastica. Il padre dell’atleta dichiara:

«Sapere che Emanuela Maccarani resta accanto alle nostre figlie come allenatrice, ci ridà un poco di serenità, quella che, loro e noi, abbiamo perso in questi mesi».

Continua:

«Le ragazze hanno sofferto perché sembrava che fossero delle deboli, senza carattere, delle pedine in mano alla direzione, mentre il “coraggio”, se così possiamo dire, sembrava solo nelle parole di chi accusava. E abbiamo sofferto anche noi: dipinti quasi come genitori lontani, che delegano ad altri la crescita delle proprie figlie e pure il successo. Chi abita più vicino le vede anche settimanalmente, al telefono tutti i giorni: non siamo assenti, il dialogo ed il feedback sono continui. Inoltre le ragazze che hanno “accusato” hanno solo sfiorato questa generazione di atlete».

Mandare a casa la Maccarani avrebbe danneggiato la preparazione per le Olimpiadi.

«Occorrono mesi, anzi anni, per limare i due esercizi. A pochi mesi da Mondiali e qualifica olimpica sarebbe stato disastroso cambiare staff. Se serve una riflessione va fatta in modo più approfondito».

Le accuse delle ginnaste alla Maccarani sono inventate. Il papà risponde:

«Non dico questo, ma che la ginnastica preveda un regime alimentare rigoroso e di pesarsi regolarmente non è un segreto. Che ci si pesi, per esempio, tutte insieme nel momento in cui ci si cambia, una dopo l’altra sulla stessa bilancia, non significa che c’è un rito collettivo per deridere o denigrare qualcuno».

Allora possiamo parlare di diversa sensibilità? Una frase, un giudizio di una coach, può fare male a me e scivolare addosso ad un’altra?

«Questo può essere. Ed è qui che bisogna agire. Chi ha esperienza nel settore sa benissimo che lo sport ad alto livello non è solo questione di talento e predisposizione, ma anche e soprattutto di testa. Chi viene convocato per la Nazionale va preparato dalle scuole dove già si allena e ovviamente dalla famiglia: andare via di casa a 15 anni è un passo da calibrare con cura».

Il padre conclude:

«Dall’Accademia di Desio passano in molte, non tutte restano».

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