Il Giornale: l’Atalanta è un’allucinazione collettiva, Gasperini un integralista che non diventa grande
La sua Atalanta che ha incantato tutti ora è in picchiata. Se non entra neppure in Conference League bisognerà buttare tutto giù e ricostruire

Napoli 04/12/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini
Il Giornale delinea un ritratto di Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta. Il titolo è emblematico: “L’integralista del calcio che non diventa grande”.
In un pezzo a firma di Claudio De Carli ripercorre le tappe salienti della carriera del tecnico, dall’Inter, dove approdò nel 2011. “Ha in mente il gran ribaltone ma gli gira subito tutto al contrario”. E infatti fu esonerato.
“Passa alla storia come l’unico allenatore dell’Inter a non aver vinto una sola partita ufficiale, al netto del traghettatore Corrado Verdelli. Eppure nelle sue intenzioni c’è del giusto, capisce che occorre rivoluzionare, propone la difesa a tre poi corretta sotto diktat di Moratti e immediatamente riproposta con stizza del presidente”.
Ma Gasperini è un integralista.
“Ma Gian Piero Gasperini conosce un solo modulo, il suo, può apparire fragile ma è risoluto nel portarlo avanti, se decide che è così, è così, non recede, e quando gli rinfacciano di non essere adatto a guidare una grande, lui fa: Sbagliato, sono io che non ho mai allenato una grande”.
Poi Palermo, dove a causa dei tanti esoneri a cui Zamparini è abituato, pretese una clausola sulla risoluzione prematura: volle che fosse previsto un indennizzo nel caso di un allontanamento anticipato.
“Alla 23esima giornata è ultimo in classifica, l’avrebbe fucilato chiunque non solo Zamparini”.
Nel 2016, approda all’Atalanta.
“Parte l’epopea. Ora, raccontare cosa sia stata finora questa straordinaria allucinazione collettiva con totale innamoramento di tutto il carrozzone del calcio europeo è ormai compito di miniaturisti. Pur senza mai vincere un beato nulla, l’Atalanta Bergamasca Calcio è il sogno realizzato di come si dovrebbe giocare, cloni pescati qua e là, tutti o quasi tutti sanno fare tutto o quasi tutto, in eterno l’Europa, sfuma una coppa Italia dopo aver eliminato con un secco 3-0 la Juventus, legnate qua e là e la Champions diventa realtà, prima volta in questa città. Due stagioni dopo il suo arrivo è terzo in serie A, 77 gol, l’anno successivo addirittura 98, ad Anfield batte 2-0 il Liverpool. Panchina d’argento, allenatore dei sogni, due panchine d’oro, cittadino onorario di Bergamo, i Percassi ai piedi e Pepp Guardiola ci mette il timbro: Giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista, si soffre sempre”.
Adesso il suo futuro a Bergamo non è più sicuro. Dal litigio con Papu Gomez “la ruota è girata”. Gomez rifiutò davanti alle telecamere di obbedire ad un’indicazione tattica dell’allenatore.
“Per Gasp quel rifiuto davanti alle telecamere è un oltraggio supremo al suo comando, lo toglie, e inizia la fine. Gomez si è convinto di essere l’Atalanta, Gasp gli sbatte in faccia che l’Atalanta è lui e ne fa quello che vuole, lo prende e lo piazza fuori rosa”.
Gomez tirò in mezzo il presidente Percassi, che però si schierò con Gasperini.
Non si sa ancora cosa porterà l’estate, con i cambi societari. L’Atalanta perderà pezzi importanti, come Muriel e Ilicic.
“Gasp è uscito dall’Europa che stava giocando e quasi dalla prossima, farlo fuori si mischia all’ingratitudine, dalla sua parte la tifoseria e i Percassi, dall’altra le ambizioni dei nuovi yankee, ma se non entra neppure in Conference League la spolverata sarà un’implosione, tutto giù e ricostruire il muro. La squadra dei sogni che tutti ammiravano è in default e Gasperini ha fatto outing: La nostra è una caduta morale”.