Wladimir Klitschko: «In Ucraina ho visto brutalità, torture, stupri. Qui è un inferno. È un genocidio»

Alla Gazzetta: «Servono le armi, così possiamo difendere la nostra terra. Grazie al ring riesco a resistere mentalmente, non solo fisicamente»

Klitschko

Wladimir Klitschko e suo fratello Vitali, dopo aver preso a pugni il mondo per 16 anni, dominando i pesi massimi della boxe dal 1999 al 2015, sono partiti per il fronte ucraino, per combattere i russi.

La Gazzetta dello Sport lo intervista.

“Ho visto i corpi a pezzi dei miei fratelli ucraini, case distrutte, famiglie che hanno perso tutto. E non posso mollare”.

Vitaly è sindaco di Kiev dal 2014. Wladimir si occupa della difesa territoriale della capitale ucraina.

“Ho visto brutalità, torture, stupri. Sono stato a Bucha e a Kramatorsk, i luoghi delle stragi. I militari russi hanno legato le persone prima di ucciderle, tra loro anche bambini. Hanno stuprato le donne e le hanno lasciate lì per strada. A Bucha, vicino Kiev, c’erano cadaveri ovunque. Uno dei corpi a terra era di un signore anziano con un foro dietro la nuca, accanto a una bicicletta. È stato ucciso a sangue freddo mentre tornava a casa. Un’esecuzione, un crimine di guerra. La strage di Bucha è un genocidio, l’ho visto io”.

Parla proprio di genocidio.

“Da quando è iniziato il genocidio sono morti più di 400 bambini, più migliaia di civili, molti torturati e poi freddati. Non posso pensare che gli esseri umani stiano facendo questo ad altre persone, abbiamo bisogno d’aiuto”.

Spiega:

“Non servono gli eserciti, ma le armi, così possiamo difendere le nostre case. La nostra terra”.

Occorre isolare la Russia, dice.

“Vanno lasciati soli, tagliati fuori da tutto. Niente più affari o accordi economici, E neanche il silenzio. Serve solo una condanna netta. C’è il nostro sangue sulle loro mani, fare un trade oggi con la Russia significa aiutarli indirettamente nella lotta contro di noi. Avere le mani insanguinate”.

Sul Cremlino che nega le stragi:

“La propaganda russa sta infettando il mondo. Ai cittadini è stato fatto il lavaggio del cervello come accaduto nel Terzo Reich 80 anni fa”.

Il suo passato da pugile la aiuta?

“È fondamentale. Io sono ciò che sono grazie al ring, e questo mi sprona a resistere mentalmente, non solo fisicamente. Qui è l’inferno, mi creda, non si può comprendere cosa stiamo passando”.

 

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