Garanzini: la Juve è nella migliore delle ipotesi in fase di convalescenza, non ancora di guarigione
Nemmeno con l’80% di possesso palla è stata capace di chiudere subito la partita. La fragilità psicologica è tale che bastano un paio di sortite della Salernitana per creare il panico

Db Verona 30/10/2021 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alvaro Morata
Su La Stampa, Gigi Garanzini commenta la vittoria della Juventus sulla Salernitana, ieri, per 2-0. Scrive che è evidente che la squadra di allegri ha fatto fatica.
“Per lo spettacolo accomodarsi al cinema, sogghignava Allegri in tempi meno avventurati: figurarsi adesso che la Juve è ai minimi storici e fa fatica con chiunque, compresa l’ultima della classe. Ma sono questi i momenti in cui mettere da parte i quarti di nobiltà e sapersela giocare da proletari”.
A Salerno la Juve lo ha fatto, lasciando “la cura dell’estetica” al solo Dybala.
“Pratica chiusa? Ma quando mai? Primo perché nemmeno con l’ottanta per cento di possesso palla, nella fase iniziale del match, la Juve è stata capace di chiudere la partita. Secondo, perché la fragilità apparentemente fisica ma in realtà psicologica è tale che bastano un paio di sortite, della Salernitana, non di chissà chi, per creare il panico in fase difensiva”.
Alla fine la Juve l’ha portata a casa con due gol,
“ma è bastato per capire come la Juve sia nella migliore delle ipotesi in fase di convalescenza, non ancora di guarigione. Alla fine del girone d’andata mancano quattro partite, tutte ampiamente alla portata della Juve che, vincendole, girerebbe a quota 36: buona per coltivare sogni di rimonta, anche se non al vertice. Ma quale Juve? Quella che almeno a Salerno ha controllato la partita all’inizio e alla fine, o quella che ha trovato il modo in quel quarto d’ora di tremare di fronte ai tentativi non più che coraggiosi di un’avversaria così modesta? Ah, saperlo”.
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