«L’omosessualità nel calcio? L’amore è amore, non vedo differenze. In Svezia ci educano così»
Il terzino sinistro dell'Inter femminile, Elin Landstrom, al CorSera: «Sconvolgente che in Italia non ci sia ancora il professionismo. Nello spogliatoio se ne parla».

Db Milano 05/09/2021 - campionato di calcio serie A femminile / Inter-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Edin Landstrom-Antonietta Castiello
Il Corriere della Sera intervista Elin Landstrom, 29 anni, svedese. E’ il terzino sinistro dell’Inter femminile: oggi proverà a frenare la corsa della Juve verso il quinto scudetto consecutivo.
E’ una giurista: laureata in giurisprudenza, segue corsi di diritto internazionale. E’ anche vegetariana:
«Mi infortuno meno, recupero più velocemente, integro con proteine vegetali: la produzione di carne ha un impatto enorme sul pianeta, questo è il modo di dare il mio contributo».
Attivissima, nella Federcalcio svedese sul tema dei diritti, della parità di trattamento e retribuzione. Commenta il fatto che, in Italia, il pallone, per le donne, è ancora un’attività amatoriale:
«Lo so, ed è abbastanza sconvolgente. La promessa è averlo dal 2022, passi avanti sono stati fatti ma da voi è tutto molto, troppo, lento. Con le compagne in spogliatoio se ne parla, certo, la necessità di avere diritti di base garantiti è sentita».
Sull’omosessualità nel calcio, tabù tutto italiano:
«L’amore è amore, non vedo differenze. In Svezia ci educano così: parlarne è naturale, la società è più aperta».
Pensa già al suo futuro:
«Dopo la carriera continuerò a lavorare per lo sviluppo del calcio femminile, la creazione di un ambiente di lavoro più garantito e sicuro: ammiro le americane che hanno fatto causa alla loro Federcalcio in nome dell’equal pay».