Astori, le motivazioni della condanna di Galanti: «Morte causata dalla mancanza della diagnosi»
Sul Corriere Fiorentino. «I segnali di una cardiopatia c'erano dal 2016. Astori era nella fase pre-sintomatica. Un holter avrebbe potuto accertarlo»

Il Corriere Fiorentino pubblica le motivazioni del gip per la sentenza di condanna del professor Giorgio Galanti, direttore sanitario del centro di Medicina dello Sport di Careggi, per la morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina. Astori fu trovato morto nella sua camera di albergo, a Udine, il 4 marzo 2018. In sostanza, il provvedimento dichiara che la morte del calciatore fu causata dalla mancanza di una diagnosi. I segnali di una cardiopatia c’erano dal 2016 ma non vennero effettuati gli esami necessari e questo impedì di accertare la malattia.
Il giudice scrive che Astori è morto per cardiomiopatia aritmogena, una patologia che inizia generalmente dopo la pubertà e porta alla progressiva morte delle cellule del muscolo cardiaco. Al momento della morte, Astori era al secondo stadio della malattia, nella fase pre-sintomatica. Non presentava sintomi e non c’era nulla che lasciasse immaginare che ci fosse uno scompenso cardiaco. Il gip, però, spiega:
«Tuttavia dai tracciati elettrocardiografici registrati nelle prove da sforzo annuali emerge una ripetuta documentazione di extrasistolia ventricolare. Nel luglio 2016 si osservano quattro extrasistoli isolate che non possono essere liquidate come di non rilevanza clinica, come ha fatto Galanti, senza aver eseguito adeguati accertamenti rivolti a escludere una patologia cardiaca a rischio di morte improvvisa».
Anche perché l’aritmia non era presente negli elettrocardiogrammi basali ma è comparsa nel 2014, nel 2016 e nel 2017 durante la prova da sforzo.
«Omettendo l’Holter Galanti ha impedito in radice ogni ulteriore accertamento».
Eppure, l’holter sarebbe stato un esame non invasivo, di facile esecuzione, di basso costo e senza controindicazioni.
«La scelta di Galanti di non procedere a questo esame non solo si presenta negligente e imperita ma anche del tutto assente di una pratica giustificazione, tenuto conto dell’impegno sportivo di Astori come calciatore professionista ai massimi livelli».
Avrebbe sicuramente o molto probabilmente rilevato l’esistenza della malattia.
«Se Galanti avesse correttamente avviato l’iter diagnostico, sicuramente all’esito della risonanza magnetica e molto probabilmente anche dopo l’Holter, sarebbe stata prescritta ad Astori la sospensione dell’attività sportiva e l’installazione di un impianto di defibrillazione e ciò avrebbe escluso la morte del calciatore».
Invece, dopo il primo errore diagnostico, Astori
«ha continuato a giocare per molti anni incrementando così il rischio di morte, che è di cinque volte superiore a quello in capo a un non atleta professionista».
Galanti è stato condannato anche a pagare una provvisionale di 1 milione e 90 mila euro alla compagna, alla figlia e ai genitori e ai fratelli di Astori.