Al Corsera: «La strada non può essere quella di incassare sempre di più e pagare sempre di più giocatori e agenti. Abbiamo esagerato con le spese: tutti, nessuno escluso»

Aveva già parlato ieri a proposito della sua posizione nei confronti della SuperLega, Kalle Rummenigge, Ceo del Bayern Monaco e predecessore di Agnelli alla guida dell’Eca, ma è tornato a spiegare al Corriere della Sera il perché del suo no.
Il progetto non è nato ieri, ma la pandemia e le difficoltà economiche che ne sono scaturite ha accelerato il processo, spiega “alcuni club hanno pensato che fosse quindi il momento buono per fare una Superlega. Ed è nato un grande casino”
Come anticipato ieri la SuperLega non è certo la soluzione giusta, ma neanche le fratture che si sono create giovano al mondo del calcio
«L’importante adesso è riprendere un certo dialogo. La mia speranza è quella di trovare ancora una soluzione, perché la Superlega danneggia tutto il calcio europeo. E dobbiamo evitarlo».
Rummenigge, parla anche di Agnelli ovviamente e spiega di aver provato a parlare con lui senza successo per capire le sue motivazioni prima di criticarlo
«Forse c’è una motivazione che non conosco: magari riesco a parlarci e a capire meglio».
La SuperLega non è la soluzione spiega
«La soluzione è ridurre i costi. Con la Superlega i club cercano di risolvere il problema dei debiti, peggiorati con la pandemia. Ma la strada non può essere quella di incassare sempre di più e pagare sempre di più giocatori e agenti. Dobbiamo ridurre un po’ le cose, non metterne altre sul tavolo. Abbiamo esagerato con le spese: tutti, nessuno escluso. È il momento di fare un calcio meno arrogante.
L’incasso di cui parlano per la Superlega sembra enorme, ma non so se alla lunga i problemi saranno risolti. Io non ci credo. Non si può incassare sempre di più per compensare le spese».
Rummenigge conferma anche che il Bayern non entra nella Superlega
«Non siamo dentro perché non vogliamo farne parte. Siamo contenti di giocare in Bundesliga, un business ‘pane e burro’, come dicono gli inglesi. Siamo contenti di fare la Champions e non dimentichiamo la responsabilità verso i nostri tifosi, che sono generalmente contro una riforma del genere. E sentiamo anche la responsabilità verso il calcio in generale».