Libero santifica Gattuso: “una principessa nel corpo di una babbiona”

Ennesimo peana del giornalismo italiano che lo accosta a San Gennaro. Ovviamente il passaggio sulla gavetta. “Non si può cacciarlo”

Gattuso

Su Libero, Costanza Cavalli firma un panegirico dell’allenatore del Napoli, Rino Gattuso. Lo accosta nientedimeno che a San Gennaro.

“È noto che De Laurentiis è sensibile alla folla biancoazzurra come un sismografo; e i tifosi del Napoli dal momento che il sangue di San Gennaro non si è liquefatto sembrano puntare a quello del Gennaro normale“.

È l’ennesimo peana della stampa nazionale. Ricordiamo quello di Bonan sul Foglio, quello della Gazzetta, quello di Enrico Currò su Repubblica, e tanti altri li dimentichiamo. Il giornalismo italiano è ai piedi di Gattuso, si riconosce in Gattuso. E ahinoi la cosa non ci sorprende affatto. L’allenatore del Napoli ha seminato molto bene nei rapporti con la stampa. Se i risultati sul campo fossero la metà di quelli ottenuti con i giornalisti, avrebbe già vinto tre Champions da allenatore.

La fama professionale di Gattuso è ingiusta, lo è stata finora, scrive.

“Le cosce ipertrofiche da slalomista, lo sguardo torvo e territoriale, reso rinocerontino nei momenti in cui si rifà viva la miastenia (una malattia autoimmune) che da dieci anni gli indebolisce un occhio, niente di Gattuso è televisivo, né patinato, né instagrammabile. Per il pubblico è il rozzo di gran cuore che ce la fa perché ha la tigna del contadino in mezzo al suo grano davanti a una tromba d’aria. Ma il fumettone dell’allenatore tutto fervore, coraggio e ignoranza perché è stato un calciatore “generoso”, per non dover dire che al posto dei piedi aveva le cassette della frutta, è falso. Gattuso è un signor allenatore, preparato, crede in una programmazione maniacale e nella lealtà, ha fatto una gavetta dura e formativa. E, sorpresa, è intelligente, non solo: lo è sempre stato“.

Segue il palmares del tecnico e la sua abilità sul campo di quando era giocatore. E la conclusione:

“Per questo sappiamo che la mente di Gattuso è una principessa nel corpo di una babbiona: a Gennaro non manca l’intelligenza tattica, non manca niente. Per esempio, rimasto a corto di interni a centrocampo, contro l’Atalanta in Coppa Italia ha messo da parte il suo modulo preferito con la difesa a quattro e si è spostato su un 3-4-3 che in difesa è diventato un 5-4-1, una scelta di contenimento che ha funzionato”.

Non manca nemmeno l’elogio del Gattuso nelle conferenze post partita.

“Non è uno che parla per non dire niente, e il suo carattere non si allinea con le tiritere in tivù dei dopopartita”.

C’è tutto: il modo che ha il tecnico di mettere fuori squadra un giocatore che non gli piace. Il non tenersi niente, nemmeno se dall’altro lato c’è il suo datore di lavoro.

Se una frase non gli piace, non se la tiene, anche se a parlare è stato il suo presidente. A caldo è anche peggio, e forse Gattuso ne farà le spese a fine stagione”.

Il Napoli e il suo allenatore sono ancora in corsa per gli obiettivi stagionali. Gattuso non può essere cacciato solo perché il popolo azzurro non lo vuole.

Non lo si può cacciare perché la curva (che fra l’altro non c’è) lo punzecchia. Ma tanto Gennaro Gattuso da Corigliano, calabrese di pensiero e italiano di favella quando gli tocca (parole sue), della vita facile non sa che farsene”.

 

Correlate