Alisson: «il Napoli mi voleva ma c’era troppa rivalità con la Roma. Vi spiego la mia parata su Milik»
"Mi sarei messo in una situazione difficile in Italia. Chi dice che quella su Milik fu una parata facile, è invidioso. Lo costrinsi a tirare velocemente”

Alisson contro Milik, minuto 92. La parata che eliminerà il Napoli e lancerà il Liverpool verso la sesta Champions. “Non mi stancherò mai di parlarne”, dice il portiere brasiliano in una lunga intervista concessa un anno fa a The Indipendent.
Più che un’intervista un esame autoptico di quel gesto tecnico che fece da spartiacque nella stagione del Napoli, del Liverpool, e anche – un po’ – nella carriera di Milik: a Napoli non gliel’hanno mai perdonato, quell’errore. Parata che proprio oggi viene ricordata dall’account ufficiale del club: avvenne proprio due anni fa.
Two years ago today… @Alissonbecker made 𝐓𝐇𝐀𝐓 late save against Napoli 🤩 pic.twitter.com/LOK4tHBJH4
— Liverpool FC (@LFC) December 11, 2020
Alisson racconta tra l’altro che il suo rapporto con il Napoli è più complicato di quel singolo episodio:
“Nel marzo 2018 con la Roma in trasferta a Napoli feci undici parate, in una grande prestazione difensiva. E poi, qui ad Anfield, credo di aver messo il mio nome nella storia del Liverpool con quella parata. Ho messo tutto quello che avevo in quel salvataggio e mettemmo tutto quello che avevamo in quella partita”.
Il punto è che Alisson non doveva essere lì, di fronte a Milik, ma magari sullo stesso campo, alle sua spalle, con la sua stessa maglia. Nell’estate del 2018 De Laurentiis lo aveva quasi acquistato, c’era stata un’offerta molto importante, per poi vederselo soffiare dal Liverpool con “un furto da 65 milioni di sterline”, così lo chiama The Indipendent.
“Il presidente venne da me con un’offerta, ma se fossi andato al Napoli dalla Roma mi sarei messo in una situazione difficile, in Italia. Non è un derby ufficiale, ma c’è una grande rivalità. Ammiro molto il Napoli, ha una rosa da vertice ed è sempre difficile giocarci contro, soprattutto in casa. Ma mi ero impegnato col Liverpool”.
De Laurentiis – scrive il giornale un anno fa, prima che il Napoli di Ancelotti si ritrovasse di nuovo contro i Reds – era livido per non aver preso Alisson, peggio poi quando proprio il portiere tolse al 92′ la qualificazione agli azzurri.
La parata, quindi. La parata”salvavita”, come la chiamò Jürgen Klopp.
Minuto 92. Il Liverpool è in vantaggio per 1-0 ad Anfield. Un lancio di sinistro di Callejon scavalca la difesa e arriva ai piedi di Milik nell’area piccola, controllo di sinistro, solo Alisson da battere.
Cosa diavolo ha pensato Alisson in quei momenti?
“Se prendiamo gol ora non c’è tempo per fare una rimonta, in cui siamo specialisti. Questo è. Dipende tutto da questo. Mi sono allenato per quel tipo di momento per tutta la vita. Ero pronto. Era nella posizione giusta e stavo aspettando che i miei difensori liberassero l’area, ma era un cross difficile da tenere fuori, e poi ho visto la palla arrivare Milik. Ho provato a chiudere l’angolo il più possibile, a diventare grande. L’ho costretto a fermarsi, e tirare velocemente. Se chiedi a un attaccante, ti dirà che questa è la cosa più difficile da fare in quella situazione. La palla è arrivata dritta su di me, ma perché l’ho attaccata, ho guadagnato tempo, gli ho complicato la situazione. Se fossi rimasto in posizione, avrebbe avuto spazio e tempo per guardare e scegliere il posto dove metterla”.
Tutto ciò in pochi millisecondi, sotto stress. I critici dicono che fu errore di Milik
“Chi dice che è stata una parata facile, beh, è un po’ invidioso. Quello su cui lavori e per cui ti alleni viene sempre fuori in partita. Devi essere concentrato, nel posto giusto e prendere la decisione giusta in un secondo. A volte devi attaccare la palla, a volte non puoi aspettare gli attaccanti. Se aspetti a reagire, può essere troppo tardi. Ho fatto sembrare facile una situazione difficile facendo le cose semplici, ma sono le cose importanti“.